di Anna Fusina
Nella seduta n. 207
dell'8 aprile scorso, gli On. Gian Luigi Gigli e Lorenzo Dellai hanno
presentato un'interpellanza urgente al Ministero della Salute
riguardo alla revisione da parte dell'AIFA della scheda del Norlevo
(pillola del giorno dopo), pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale del 4 febbraio scorso. Quest'ultima elimina ogni
riferimento a possibili effetti antinidatori dell'embrione in utero
che potrebbero verificarsi a causa dell'assunzione di detta pillola.
I deputati Gigli e
Dellai rilevano come sia stata cancellata la vecchia dicitura che
riportava che «il farmaco potrebbe anche prevenire
l'impianto», sostituendola con «inibisce o ritarda
l'ovulazione» e come dunque la pillola in questione sia stata
classificata tout-court come farmaco antiovulatorio.
Evidenziano pure che
“malgrado le forti pressioni in favore di tale riconoscimento,
numerose sono le evidenze scientifiche sui meccanismi antinidatori
delle pillole del/i giorno/i dopo."
Gli onorevoli
interpellanti sottolineano che il riconoscimento dell'effetto
abortivo di un preparato farmaceutico dovrebbe attuarsi sulla base
delle evidenze scientifiche. Esso non ha nulla a che fare, affermano,
con le discussioni filosofiche, bioetiche, ideologiche o religiose
circa il valore da riconoscere alla vita umana ai primi stadi del
suo sviluppo, né tocca tantomeno la questione dell'annidamento
dell'embrione in utero ed inoltre non dipende dal dibattito
dall'interpretazione delle leggi effettuata dalla giurisprudenza.
Aggiungono che il
patrimonio genetico dell'embrione “è già interamente presente
dopo il concepimento e tale rimarrà fino alla morte e che la legge
n. 40 del 2004 ha stabilito che il consenso della
coppia richiedente la fecondazione in vitro non può essere
revocato dopo l'avvenuta fecondazione, perché, appunto, con
la fecondazione nasce una nuova vita umana; ha
riconosciuto questa nuova vita «soggetto di diritto»; ha
esplicitamente vietato la soppressione dell'embrione
(oltre al suo congelamento), sanzionando penalmente tale condotta.”
Rilevano inoltre che la
Corte europea di giustizia ha sentenziato, nella controversia
Greenpeace vs. Bruestle, che il nuovo essere umano inizia dai
concepimento, cioè dalla penetrazione del gamete maschile
nell'ovulo femminile.
Gli interpellanti
Gigli e Dellai chiedono pertanto al Ministero della Salute:
“- se ritenga
opportuno che le cosiddette pillole del/dei giorno/i dopo possano
essere definitesemplicemente
sostanze ad azione contraccettiva o se piuttosto non debba esserne
riconosciuto esegnalato al
consumatore anche l'effetto (almeno potenziale) di tipo abortivo
attraverso l'ostacoloall'annidamento,
quando l'azione farmacologica si produca dopo l'avvenuto
concepimento;
- sulla base di
quali nuove evidenze scientifiche l'EMA abbia provveduto a modificare
il fogliettoillustrativo di
Norlevo e da chi sia stata avanzata la richiesta di modifica;
- se la passiva
accettazione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco della
modifica propostadall'EMA sia
rispettosa delle prerogative nazionali garantite dalla direttiva
europea 83/2001, checonsente di non
registrare farmaci abortivi in contrasto con le leggi italiane, e se
tale decisione nonsia altresì in
contrasto con la direttiva 2005/29/CE, relativa alle pratiche
commerciali sleali tra
imprese e
consumatori nel mercato interno.”
Fonte:
vitanascente.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento