mercoledì 24 dicembre 2014

Il Natale di Papa Francesco

 
 
 
Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po' di silenzio per ascoltare la voce dell' Amore.Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.L' albero di Natale sei tu, quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.Gli addobbi di Natale sei tu, quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita. La campana di Natale sei tu, quando chiami, congreghi e cerchi di unire.Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri, con la bontà, la pazienza, l'allegria e la generosità. Gli angeli di Natale sei tu, quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.La stella di Natale sei tu, quando conduci qualcuno all'incontro con il Signore. Sei anche i re magi, quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.La musica di Natale sei tu, quando conquisti l'armonia dentro di te.Il regalo di Natale sei tu, quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.Gli auguri di Natale sei tu, quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.Il cenone di Natale sei tu, quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco. Tu sei la notte di Natale, quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un Natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.

Papa Francesco

Ama la vita così com'è - Madre Teresa di Calcutta





Ama la vita così com'è
amala pienamente, senza pretese.
Amala quando ti amano o quando ti odiano.
Amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.

Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un po'.

Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.

Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.

Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!


    (Madre Teresa di Calcutta)

domenica 21 dicembre 2014

La Quercia Millenaria - Giovanni Paolo II


Petizione sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole

By ProVita Onlus · 12/15/2014
ProVita Onlus, l'Associazione Italiana Genitori (AGe), l'Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC) e Giuristi per la Vita, presentano questa petizione propositiva al Ministro dell’Istruzione, nonché al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana.

Sempre più diffusa è la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Molti hanno già reagito contro la subdola introduzione della teoria del gender nelle scuole di ogni ordine e grado (fin dagli asili nido). Tuttavia, anche quando non si arriva a questo punto, in molti casi l’educazione sessuale è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia, e mira ad una sessualizzazione precoce dei ragazzi.
Attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione”. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spesso: la negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto; la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere” indipendentemente dal proprio sesso biologico; l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia”; la giustificazione e normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale. Tutto ciò, anche in altri paesi dove simili strategie educative sono da tempo applicate, come in Inghilterra e Australia, ha già causato una sessualizzazione precoce della gioventù che ha portato ad un aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), alla dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze e aborti già nella prima adolescenza, e all’aumento della pedofilia.
Inoltre i suddetti progetti educativi, e persino lastrategia nazionale” dell’UNAR, vengono sovente redatti con la collaborazione esclusiva di associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali) senza l’adeguato coinvolgimento di associazioni ed enti rappresentativi dei genitori, e quindi, sia per le modalità che per i contenuti, sono elaborati e diffusi in violazione dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”); dell’art. 2 del Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo (“Lo Stato … deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”); dell’art. 30 della Costituzione italiana (“E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”); e dell’art. 14 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF (“Gli Stati parte rispettano il diritto e il dovere dei genitori oppure, se del caso, dei tutori legali, di guidare il fanciullo nell’esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione”).
Per questi motivi con la presente petizione chiediamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non solo, come già chiesto sia dalla nostra che da altre associazioni, di disapplicare la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” e di impedire la diffusione di ogni progetto educativo che ad essa si ispiri, ma soprattutto di emanare precise direttive affinché tutti i progetti, corsi, strategie educative, si conformino ad alcune linee guida, prevedendo, in particolare:
Che venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (artt. 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 275/99, art. 3 del DPR 235/97, artt. 2.3, 2.6 e 3 del DPR235/2007 e il Prot. AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012). Ogni “strategia” educativa, specie se di rilievo nazionale, dovrebbe rispettare sia nelle sue modalità di elaborazione e diffusione (coinvolgendo prevalentemente enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie) che nei contenuti, questo diritto fondamentale. Similmente, i progetti sull’affettività e la sessualità da attuare nelle scuole dovrebbero coinvolgere le famiglie nell’opera di educazione e rendere i propri contenuti trasparenti ad esse, evitando il contrasto con le “convinzioni religiose e filosofiche” dei genitori. L'azione educativa della scuola in questo ambito deve essere informata a due principi: il principio di sussidiarietà (il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato) e il principio di subordinazione (l'intervento della scuola deve essere soggetto al controllo da parte dei genitori).
Che sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all’art.29, privilegi la “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, della quale “riconosce” gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione.
Che si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. In questo modo gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria ed insostituibile ricchezza specifica.
Che si educhi al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità, concordati con i genitori.
Che si porti a riconoscere che l’attività sessuale non si riduce alla dimensione del piacere, ma che comporta delle conseguenze gravi e dei doveri importanti. A questo proposito si potranno mostrare utilmente i risultati delle indagini sociologiche secondo le quali ritardare l’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenta le possibilità di intrattenere relazioni stabili nel futuro e riduce i problemi psicologici (come la depressione), specialmente nelle ragazze.
Firma subito anche tu la petizione affinché il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca accolgano la nostra proposta educativa e garantiscano che nelle scuole i nostri figli possano trovare, non ideologie pericolose, ma la via verso uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche.

Per firmare vai a ; http://www.citizengo.org/

Fonte: ciiizengo.org/

domenica 14 dicembre 2014

EllaOne: contraccezione o aborto?


La carenza d’informazione costituisce un grave problema etico, perché chi non conosce non è in grado di scegliere consapevolmente e liberamente.


Il meccanismo d’azione di ellaOne, la pillola dei cinque giorni dopo, non è esclusivamente di tipo antiovulatorio.
Le donne che assumono ellaOne nel periodo fertile del ciclo mestruale per la maggior parte ovulano e possono concepire, ma, essendo il loro endometrio irrimediabilmente compromesso a causa dell’azione della pillola, non si verificherà l’annidamento dell’embrione nell’utero materno e verrà così provocata la morte del concepito.
Il possibile effetto antinidatorio è incompatibile con la legislazione italiana.
La legge di riferimento, quando si parla di contraccezione, è la L. 405/75, istitutiva dei Consultori familiari. Nel suo primo articolo essa definisce la procreazione responsabile e finalizza quest’ultima alla tutela della salute della donna e del “prodotto del concepimento”, escludendo così i metodi con meccanismo d’azione post-concezionale.
Anche la recente sentenza della Corte Europea di Giustizia del 18 ottobre 2011 ha riconosciuto nella fecondazione l’inizio della vita e nel concepito un soggetto che deve essere tutelato.
La Direttiva europea 2001/83/CE, relativa ai medicinali per uso umano, all’art. 4 prevede che le procedure di approvazione comunitaria non impediscono ai singoli Stati della UE di vietare farmaci contraccettivi o abortivi incompatibili con le rispettive legislazioni nazionali.
Inoltre la Direttiva europea 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, recepita dal nostro Codice del Consumo nel 2007, prevede che l’informazione all’utenza sia corretta e in nessun modo ingannevole. Essa non deve infatti contenere informazioni false, ma neppure ingannare il consumatore medio nella sua presentazione complessiva (anche se l’informazione sia di fatto corretta) riguardo all’esistenza o alla natura del prodotto, cioè alle sue caratteristiche principali, fra cui la sua composizione, l’idoneità allo scopo ed i risultati che si possono attendere dal suo uso.
Nel foglietto illustrativo di ellaOne si dice che “si ritiene che ellaOne agisca bloccando l’ovulazione”, ma se ne omette il possibile effetto antinidatorio, e dunque abortivo.
La presentazione di questo farmaco come “contraccettivo”, termine correntemente usato per indicare la prevenzione del concepimento (inteso come fecondazione) è ingannevole: potrebbe indurre infatti ad utilizzarlo persone che non lo farebbero mai, se solo ne conoscessero il meccanismo d’azione antinidatorio.
La relazione tecnico-scientifica “Ulipristal acetato (CDB 2914) - Meccanismo d’azione: aspetti scientifici, deontologici ed etici” della Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo del 16 aprile 2010 riporta a questo proposito il risultato di alcuni studi:
In uno studio condotto su 618 donne negli Stati Uniti di età inferiore a 50 anni l’11,8% del campione riteneva che la contraccezione d’emergenza agisse prima del concepimento, il 56,6% tra il concepimento e l’impianto nell’utero ed il 18,1% dopo l’impianto. Il 48% dello stesso campione considerava la fecondazione come l’inizio della vita umana, contro il 19% che individuava tale inizio con l’impianto dell’embrione o fasi successive. (...) In un altro studio, condotto su 581 donne di età media poco superiore ai 30 anni, è risultato che il 39,4% non avrebbe assunto un metodo contraccettivo che avesse esercitato la propria azione dopo la fecondazione. Il 46,3% ha individuato l’inizio della vita umana con la fecondazione contro il 35,7 che ha indicato l’impianto o fasi successive. (...)
La collocazione dell’inizio della vita umana e la religiosità sono fortissimi predittori dell’attitudine delle donne ad utilizzare o rifiutare i contraccettivi in base al meccanismo d’azione (non quindi sulla base della semplice indicazione contraccettiva). Il più recente studio in questo senso, condotto su 178 donne di 18-50 anni che frequentavano due centri universitari di medicina generale, ha confermato i precedenti risultati indicando che il 30% delle donne ritiene che la vita inizi al momento della fecondazione, il 47% indica la fecondazione come momento di inizio della gravidanza, il 20% darebbe il consenso all’utilizzo della contraccezione d’emergenza solamente se essa agisse prima della fecondazione, il 34% la utilizzerebbe solamente se il proprio medico la informasse assicurando che essa non provoca alcun aborto.”
Il fatto che nel foglietto illustrativo di ellaOne manchi un riferimento diretto al possibile impedimento dell’annidamento dell’embrione nell’utero materno rende l’informazione alle possibili utenti difettosa ed inesatta sia dal punto di vista tecnico-farmacologico che sotto il profilo del consenso informato.
Detta lacuna nell’informazione all’utenza, secondo la Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo, “può costituire un importante ostacolo all’esercizio dell’autonomia decisionale della donna e alla sua capacità di assumere decisioni non in contrasto con le proprie convinzioni etiche da cui potrebbero derivare potenziali rischi per la propria salute psichica. (...) un consenso dato senza adeguata e completa informazione sarebbe da ritenersi “non valido”, condizione a cui sarebbero riconducibili possibili problematiche sia in ambito penalistico che civilistico nei confronti del medico (e della struttura) che ha prescritto il farmaco.”
Un’altra questione di particolare rilevanza riguarda la disposizione dell’art. 3 della Determinazione Aifa dell’8 novembre 2011, che subordina la prescrizione del farmaco alla presentazione di un test di gravidanza ad esito negativo basato sul dosaggio dell’HCG beta, al fine di escludere una gravidanza in atto.
L' hCG (Human chorionic gonadotropin) o gonadotropina corionica è un ormone prodotto dall'embrione, subito dopo il suo impianto nell'utero.
Il test di rilevamento dell’ormone beta hCG nel sangue o nelle urine, che si dovrebbe esibire al momento della richiesta di prescrizione del farmaco, può dare esito positivo di una eventuale gravidanza solo 7-8 giorni circa dopo la fecondazione, quando l'embrione si è già annidato nell'utero; pertanto, se c'è stata la fecondazione ma l'embrione non si è ancora annidato, il test darà come esito un falso negativo, anche se l'embrione sta viaggiando verso l'utero e, quindi, la gravidanza esiste.
Il concepito rimane dunque “invisibile” al test per circa 7-8 giorni, un intervallo di tempo nel quale il livello di beta HCG non si positivizza.
Quindi i test attualmente in uso non servono a escludere un’azione abortiva della pillola, perché non segnalano la presenza dell’embrione se esso non è ancora annidato in utero.
Esiste un test più sensibile che potrebbe segnalare la presenza dell’embrione poco dopo la fecondazione. Entro due giorni da quest’ultima è possibile infatti rilevare nel circolo materno il Fattore Precoce di Gravidanza: l’EPF (Early Pregnancy Factor) che appunto è presente quando inizia una gravidanza.
L’EPF è una sostanza immunosoppressiva, prodotta dall’ovaio prima dell’impianto dell’embrione in utero, che appare circa 48 ore dopo la fecondazione ed è la risposta ormonale della madre ai segnali endocrini che l’embrione appena formato invia, segnalando la sua presenza.
L’impiego del test del dosaggio dell’EPF nel sangue non è però a tutt’oggi standardizzato e non costituisce per il momento un esame di routine a causa del dispendio economico e di tempo che comporta.
Riguardo alla disposizione dell’esecuzione del test di gravidanza preliminare, occorre inoltre rilevare che le donne che volessero farsi prescrivere ellaOne potrebbero anche presentare il test di gravidanza sulle urine eseguito da loro stesse o da altre donne in un periodo di assenza di rapporti sessuali o di rapporti sessuali verificatisi nel periodo infecondo nel ciclo. Il test risulterebbe così negativo e la pillola potrebbe così essere messa da parte, come “scorta” per le “esigenze future”.
Un altro aspetto importante da rilevare riguardo all’informazione data sulla “contraccezione d’emergenza” (in cui è inclusa anche ellaOne), è l’affermazione che la sua diffusione costituisca il presupposto fondamentale per un minore ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Numerosi articoli documentano invece come il ricorso alla “contraccezione d’emergenza” (CE) non riduca l’abortività volontaria, che, anzi, in diversi casi, aumenta.
Infine, si deve rilevare come la disinformazione di molte donne riguardo alla fisiologia della riproduzione, soprattutto delle adolescenti, maggiori consumatrici di contraccettivi di emergenza, porti spesso ad un uso fuori luogo e magari ripetuto della contraccezione d'emergenza.
Nel testo “Sessualità e riproduzione: tutto sotto controllo?” vengono riportati i risultati di uno studio (Bonarini 2004) su mille donne seguite dai Consultori della città di Padova (100 pazienti per ognuno dei 10 consultori dell’area urbana).
A dette donne è stato chiesto di indicare la durata del proprio ciclo mestruale, di identificare su di un grafico il periodo fertile del proprio ciclo, di indicare il giorno della propria ovulazione e il giorno presunto dell’ovulazione in un ciclo che durasse solo 22 giorni.
Sono risultate informate il 21,4% delle ragazze di età inferiore a 20 anni, il 28,9% delle donne di età compresa tra 20 e 29 anni, il 29,1% delle donne comprese tra 30 e 39 anni ed il 36% delle donne di 40 anni ed oltre.
La carenza d’informazione costituisce un grave problema etico, perché chi non conosce non è in grado di scegliere consapevolmente e liberamente.
Se la donna non ha elementi corretti per scegliere personalmente, le sue scelte saranno effettuate da altri, poiché non fondate su una vera conoscenza ma su informazioni veicolate spesso da “fonti interessate”.
E’ indubitabilmente indispensabile una conoscenza non superficiale del meccanismo di azione di ellaOne sia da parte del medico che prescrive questo prodotto, sia da parte della donna che pensa di assumerlo, al fine che quest’ultima esprima un consenso libero, veramente informato e valido.

Anna Fusina

Fonte: vitanascente.blogspot.it/

martedì 2 dicembre 2014

L'angelo di Rio: una donna salva 3.000 bambini dall'aborto

Ex insegnante va nelle favelas per aiutare le donne incinte a scegliere la vita e a costruire un futuro

 WEB-Doris-Hipolito-Courtesy-Image




Carrie Gress, Ph.D.


Mentre Rio de Janeiro è al centro dell'attenzione mondiale per aver ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù e la Coppa del Mondo di calcio e perché vi si svolgeranno le Olimpiadi estive del 2016, una donna ha salvato in silenzio più di 3.000 bambini che avrebbero dovuto essere abortiti nelle sue favelas più povere.

È iniziato tutto in modo semplice. 23 anni fa, Doris Hipólito aveva una vita confortevole come insegnante di storia e geografia e consulente scolastica a Rio de Janeiro. Il direttore della sua scuola le ha chiesto di aiutare alcune delle allieve che soffrivano per le conseguenze dell'aborto. La Hipólito ha riunito materiali pro-vita per aiutare le ragazze e li ha distribuiti anche ai membri della sua parrocchia. Ha poi sentito la necessità di iniziare a recitare il rosario in una piazza pubblica il 13 di ogni mese, distribuendo opuscoli pro-vita. Con il sostegno del vescovo Werner Siebembrok e della Legione di Maria, il piccolo gruppo che si era raccolto intorno alla Hipólito ha iniziato ad assistere nelle favelas di Rio le donne che pensavano di non avere alternative all'aborto.

Anche se in Brasile l'aborto è illegale nella maggior parte dei casi, ci sono comunque “cliniche” in cui vengono effettuati illegalmente aborti a Baixada Fluminense, una zona socialmente abbandonata di Rio con 3 milioni di abitanti. Meno clinica e più “casa spirituale” - qualcosa di simile al voodoo –, molti dei bambini abortiti vengono dati da mangiare a cani e serpenti.

La Hipólito si mette alle porte di queste “cliniche” cercando di convincere le mamme – molte delle quali sono tossicodipendenti e/o subiscono forti pressioni esterne per abortire – a tenere i loro figli, offrendo sostegno per portare avanti la gravidanza e dare una svolta alla propria vita.

Otto anni fa, la Hipólito ha compiuto con il sostegno della sua famiglia il passo coraggioso di abbandonare il proprio impiego e lavorare a tempo pieno per queste donne disperate. Nel 2007 ha incontrato una senzatetto incinta che viveva sotto un cavalcavia ed era fisicamente e mentalmente disabile. La Hipólito ha affittato una piccola casa per prendersi cura di lei. Poi è arrivata un'altra donna incinta bisognosa, e poi un'altra, e un'altra ancora. Alla fine la Hipólito ha istituito una casa “formale”: Casa de Amparo Pró-Vida (Casa della Difesa Pro-Vita).

Oltre a fornire un luogo sicuro a queste donne e ai loro bambini, la Hipólito ha aiutato a istituire centri pro-vita nelle chiese locali perché le donne in gravidanza possano ricevere assistenza. Attraverso questi centri e la Casa della Difesa Pro-Vita, una donna incinta può avere accesso a formazione professionale, assistenza sanitaria e lavoro per poter vivere degnamente e far fronte alle necessità del suo bambino.

Molte delle donne aiutate dalla Hipólito sono diventate volontarie. La figlia di una donna che aveva aiutato vent'anni fa ora opera come volontaria per altre donne.

In Brasile sta aumentando la pressione politica per legalizzare l'aborto. I gruppi femministi lavorano per far fallire il lavoro di Doris Hipólito, che ha ricevuto telefonate di minaccia e perfino minacce di morte. Una donna, un procuratore locale, è andata a ispezionare la Casa, e vedendo le foto dei bambini che sono stati salvati dall'aborto ha esclamato: “Questa Casa non avrebbe mai dovuto esistere!”

Oggi la Hipólito e la sua famiglia si affidano alla Provvidenza per far fronte alle proprie necessità e a quelle di tutti coloro che vengono assistiti nella Casa. La ex insegnante spera di ampliare la Casa e le è già stato donato il terreno per farlo, ma il progetto è in fase di stallo per la mancanza di fondi. Solo quest'anno, 160 bambini sono stati salvati dagli aborti illegali.

Malgrado le difficoltà, Doris Hipólito resta a galla grazie alla speranza che vede nei volti dei bambini che le sorridono dalla parete, e quando le cose diventano molto complicate dice a se stessa: “Il potente può darmi potere, ma i bambini possono darmi il Paradiso”.

Per ulteriori informazioni su Doris Hipólito o per aiutare la sua opera, http://www.gofundme.com/hub754
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[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
sources: ALETEIA