venerdì 31 marzo 2017

Record di vendite di ellaOne: diminuisce l'aborto? Interrogazione al Senato
























di Anna Fusina

Nella Seduta Parlamentare n. 795 del Senato del 29 marzo corrente è stata presentata dall'On. Giuseppe Marinello un'interrogazione al Ministro della Salute relativamente al record di vendite di ellaOne, la “pillola dei 5 giorni dopo” e la presunta correlata diminuzione degli aborti.
L'Onorevole interpellante osserva nella sua interrogazione come i dati raccolti recentemente da Federfarma sull'utilizzo della pillola dei 5 giorni dopo suscitino scalpore per le dimensioni assunte da questo fenomeno: “le vendite nel 2016 sono cresciute del 96 per cento in 10 mesi. Rispetto al 2014 sono aumentate di 15 volte. Dopo che l'Italia ha tolto l'obbligo di ricetta, si acquista una compressa ogni 2 minuti”.
Rileva poi come il record delle vendite di ellaOne sia stato raggiunto dopo la tormentata liberalizzazione del farmaco. Dal 9 maggio 2015 infatti chi vuole avere la pillola non deve più presentare nessuna prescrizione, e neppure un test medico che accerti uno stato di non gravidanza, come era stato richiesto fino ad allora. L'obbligo della presentazione della ricetta medica rimane solo per le minorenni.
La liberalizzazioneprosegue l'On. Marinello - è avvenuta a seguito della decisione dell'Agenzia del farmaco (Aifa) assunta per allineare l'Italia al resto d'Europa. Già nel gennaio 2015, infatti, la Commissione europea aveva dato indicazione di distribuire in farmacia, senza prescrizione medica, il farmaco perché ritenuto sicuro e più efficace, se usato durante le 24 ore successive al rapporto sessuale a rischio. L'Aifa, di conseguenza, ha liberalizzato il farmaco in rottura con il Consiglio superiore di sanità”.
L'Onorevole interpellante fa notare come l'impennata di vendite della pillola dei cinque giorni dopo sia il segnale di un'Italia in cui la prevenzione della gravidanza indesiderata incespica, soprattutto tra le ventenni, e nella quale non c'è una cultura consapevole della procreazione: “ci si affida a metodi risolutivi d'emergenza e non a una vera programmazione o meno delle gravidanze. La battaglia di un'informazione corretta è lontana dall'essere vinta” - afferma l'On. Marinello.
Egli fa notare come i dati emersi sull'impennata delle vendite di ellaOne si prestino a numerose riflessioni.
In primo luogo ricorda che una relazione del dicembre 2016 dello stesso Ministero della salute mette in relazione la riduzione del numero degli aborti con l'aumento delle vendite di questo farmaco (meno 9,3 per cento rispetto al 2014) e che nella divulgazione della pillola ellaOne si dice spesso che essa non è una pillola abortiva, ma un contraccettivo d'emergenza, da assumere entro 120 ore dal rapporto a rischio.
Secondo l'On. interrogante c'è il pericolo, però, di giocare non solo con le parole, ma anche con la salute delle ragazze e di dire una bugia scientifica. Il meccanismo chimico della pillola dei 5 giorni dopo è quello di rendere inospitale l'endometrio per l'annidamento dell'embrione. Quest'ultimo viene bloccato perché la pillola in questione è un anti-progestinico, blocca i recettori del progesterone, l'ormone che serve all'embrione per annidarsi.
Lo attesta il meccanismo e anche la formula chimica, che è praticamente identica a quella della pillola abortiva Ru486. In poche parole, si tratta di un farmaco abortivo;
questi dati sono tutt'altro che trionfalistici, attestano al contrario il completo fallimento della cultura della contraccezione
”- afferma l'On. Marinello.
Chiamare il farmaco come contraccettivo "d'emergenza" sul bugiardino, usarlo come tale e venderlo come un normale farmaco da bancoprosegue - è indice di una schizofrenia culturale: la tachipirina 1000, paradossalmente, necessita di prescrizione medica, un medicinale come la "ellaOne", il nome commerciale della pillola, no; peccato che gli effetti collaterali ci siano e siano gli stessi riscontrati, dopo l'assunzione pillola del giorno dopo, dalle coliche addominali alla nausea. Ma ciò di cui non si parla per nulla sono gli effetti a lunga distanza sulla fertilità delle donne. Nessuno sta conducendo a questo proposito studi seri, chiunque faccia il medico e segue la storia di una paziente può notare oggi gli effetti collaterali da abuso di questi farmaci sull'apparato gastroenterico, ma nel tempo emergeranno anche quelli sul ciclo ovarico e ormonale delle donne che li assumono. Molte donne assumono questi preparati anche quando non ce ne è bisogno per "sicurezza", questo non fa che rovinare l'apparato riproduttivo.”
Anche per questa ragione, a parere dell'interrogante, non risulta corretto mettere in relazione la riduzione del numero degli aborti con l'aumento delle vendite di questo farmaco: “gli aborti calano, sì, ma per perché la popolazione sta diventando meno fertile. E le donne che arrivano all'interruzione volontaria di gravidanza arrivano sempre più spesso da una storia contraccettiva che non ha funzionato;- evidenzia l'Onorevole -
inoltre, nessuno può verificare gli abusi, non esiste nemmeno una tracciabilità delle prescrizioni mediche. Qualunque medico ginecologo, guardia medica, dermatologo può prescrivere il farmaco, qualunque maggiorenne può procurarlo a una ragazza che abbia meno di 18 anni.”
Secondo l'On. Marinello è necessario chiamare le cose con il loro nome. Egli osserva come l'uso senza prescrizione e senza freni della pillola dei 5 giorni dopo comporta una strisciante e mai annunciata autorizzazione all'aborto continuo e ripetitivo, senza tenere per nulla in considerazione la salute della donna, che dovrebbe essere centrale in qualsiasi approccio medico.” - E prosegue: “La parola d'ordine è prevenzione e comunicazione: bisogna parlare del tema e diffondere la cultura del dialogo e non della vergogna. È necessario informare le donne del fatto che non assumono con questo medicinale un integratore vitaminico, ma un medicinale a tutti gli effetti, che potrebbe causare serie disfunzioni per l'organismo e comportare effetti negativi nel medio e lungo periodo. Soprattutto nei confronti delle nuove generazioni c'è bisogno di instaurare un dialogo aperto col quale si rendano i giovani consapevoli dell'eccezionalità dell'uso di questa tipologia di farmaco, che non può e deve sostituire l'utilizzo dei normali contraccettivi.”
L'on. Marinello, nella suddetta interrogazione indirizzata al Ministro della Salute, chiede quindi:
“-
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivare un'istruttoria conoscitiva sul fenomeno ed adottare tutti i provvedimenti necessari per limitare l'abuso del farmaco;
- se non sia il caso di subordinare l'adozione del farmaco, dopo un certo numero di utilizzi all'anno, al possesso della prescrizione medica;
- se non sia opportuno avviare campagne d'informazione sul tema, per far comprendere come il meccanismo generato dal farmaco e la sua formula chimica siano praticamente identici a quella della pillola abortiva Ru486, ossia caratteristiche di un farmaco abortivo, piuttosto che di un contraccettivo d'emergenza, con pesanti effetti collaterali e ricadute negative sulla salute delle donne.”