domenica 25 gennaio 2015

La Quercia Millenaria: terapia dell'accoglienza contro la cultura dello scarto




foto di Carlo Paluzzi - Tutti i diritti riservati
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di Anna Fusina


L'associazione La Quercia Millenaria nata il 14 gennaio 2005 come unico centro in Italia atto ad assistere le coppie a seguito di una diagnosi di malformazione fetale fatta al proprio bambino, festeggia ora il 10° anno di attività sulla strada della tutela della maternità, dell'accoglienza e dell'accompagnamento amorevole della vita nascente.
Ne parliamo con Sabrina Pietrangeli Paluzzi, Presidente dell'Associazione.



- Sabrina, come è nata “La Quercia Millenaria”?


Sabrina Paluzzi: Sono sposata con Carlo Paluzzi dal 1995. Abbiamo tre figli: Priscilla di 18 anni, Vivian di 14, e poi un maschietto di 12 anni, Giona.
Proprio lui ha dato inizio a questa avventura che ci ha portati davvero molto lontano, cambiando il nostro
modo di pensare e di vivere. Al 5° mese di gravidanza ci siamo sentiti dire che nostro figlio era un "feto terminale incompatibile con la vita". Dalla nostra storia abbiamo imparato che nessuna sofferenza è senza senso, e che se accolta con amore si trasforma in benedizione. La nostra terza gravidanza era stata accolta da tutti noi con una gioia infinita: non avremmo mai pensato che ci avrebbe cambiato la vita per sempre...
- E invece?
Sabrina Paluzzi: Durante l’ecografia morfologica del quinto mese, è stato diagnosticato un quadro terribile: una malformazione urinaria gravissima aveva portato ad una situazione interna che non dava possibilità di scampo. Il nostro bambino presentava mega vescica, idroureteronefrosi bilaterale, ascite addominale, idropericardio, idrocele, piede torto monolaterale, assenza totale di liquido amniotico, principio di scompenso cardiocircolatorio. Ci è stato suggerito di abortire, sia nel centro di I livello a cui ci eravamo rivolti, la nostra Asl di appartenenza a Roma, e poi in un centro di II livello, un grande Policlinico romano, diretto da una équipe specializzata nelle diagnosi prenatali. L’alternativa sarebbe comunque stata la morte in utero del nostro bambino, a cui sarebbe seguìto un parto pilotato. Dopo il nostro "no" deciso all'aborto, nessuno pareva poter fare qualcosa per noi, e così ci siamo trovati senza punti di riferimento.
Quando dopo dieci giorni passati allo sbando, un’amica si presentò con il numero del prof. Noia al Centro Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli, l'unico Centro di III livello a Roma, si è aperta una nuova strada, un tentativo che inizialmente non sembrava dare esiti positivi, ma che poi ha prodotto una svolta significativa tuttora inspiegabile nella situazione del nostro bambino. Abbiamo agito quando lui era ancora nella pancia, con un intervento invasivo di correzione. Inizialmente la cosa è sembrata inutile: lui, anzichè migliorare, stava peggiorando.
E poi?
Sabrina Paluzzi: Poi, c'è stata quella che in gergo medico è stata classificata come "risoluzione naturale". Per noi ha un altro nome, ma quel che importa è che la vita abbia trionfato. Giona è riuscito a nascere. C’è stato un lunghissimo percorso di lotta e di sofferenza: infezioni, ricoveri, interventi chirurgici … Per sette mesi non siamo riusciti a tornare nella nostra casa. Oggi Giona ha 11 anni, e da molto tempo è entrato in una fase di insufficienza renale cronica di grado moderato, più alcuni disagi che affrontiamo con amore, speranza, e gioia di vivere. Lui risponde a tutto ciò con un atteggiamento molto positivo, e al di là di qualche difficoltà, che per un bambino di questa età si traducono semplicemente nel disappunto di non poter mangiare tutte le cose che vorrebbe, dovendo lui seguire un regime dietetico, e nel fatto che non può praticare sports violenti, vive pienamente facendo le cose che fanno tutti i bambini... va a scuola, corre come tutti, fa ginnastica, è pieno di vita, amorevole, simpatico, positivo ed estroverso. Non soffre fisicamente, è felice di esistere, dona gioia a chiunque lo vede, soprattutto a noi che lo amiamo follemente.
Porta con sé qualche cicatrice come ricordo, ma anche il bagaglio della fede e la vita stessa, che sempre merita di essere vissuta.
Nel nostro percorso abbiamo incontrato tre medici meravigliosi, che hanno riconosciuto in quel loro paziente il figlio che era per noi: unico, irripetibile, prezioso. Oggi sono i nostri collaboratori: il prof. Giuseppe Noia, vicepresidente di questa Associazione, nonchè socio fondatore, responsabile del Centro Diagnosi e Terapia Fetale del Gemelli, il prof. Alessandro Calisti, primario di Chirurgia Pediatrica e Urologia al S. Camillo Forlanini di Roma, ora in pensione, e poi il Dr. Mario Castorina, eccelso pediatra del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, specialista in numerose branche della pediatria, con una particolare eccellenza nelle nefropatie e nelle malattie metaboliche come la mucopolisaccaridosi. Questi medici hanno messo a nostra disposizione tutto ciò che avevano imparato in una vita di studio e di lavoro. Hanno collaborato strettamente, pur appartenendo a diversi presidi ospedalieri, con lo spirito di chi svolge il proprio lavoro per salvare vite umane e non per gratificare se stesso. Tutto ciò che abbiamo vissuto ha dato a me e Carlo la voglia di donare ad altri il frutto della nostra esperienza, affinché nessun’altra mamma si trovi davanti ad una sofferenza del genere senza un aiuto adeguato che la porti a tentativi validi per salvare la sua creatura. E soprattutto senza contemplare l’aborto come unica via.
Abbiamo scoperto di non essere soli… altre famiglie hanno fatto una scelta di vita come
la nostra. Famiglie e storie meravigliose, che hanno accettato di mettersi a disposizione di chi vorrà contattarle per avere un aiuto, un sostegno in una scelta oggi inconsueta: quella di accogliere la vita, nonostante tutto. L'incontro con le altre famiglie ci ha aperto gli orizzonti anche ad altri modi di vivere la nostra spiritualità. Abbiamo potuto conoscere quale fermento c'è nella Chiesa Cattolica e Cristiana in genere, e quanti doni e frutti ancora oggi produce lo Spirito Santo in coloro che lo accolgono e ascoltano la sua voce. Abbiamo dato spazio a nuove esperienze, lasciando il cammino di fede che percorrevamo da 15 anni, e abbracciando una fede totalizzante, in comunione con tutte le Chiese Cristiane. Abbiamo inoltre imparato che la scelta di accogliere una vita, non ha a che fare con la religione...Ci è stato insegnato dagli atei che un figlio si può amare per il solo fatto di riconoscerlo come figlio, dono prezioso da proteggere. Abbiamo così imparato a sostenere anche i percorsi di chi non desidera sentirsi raccontare di Dio, ma essere semplicemente sostenuto nella sua scelta di essere genitore pienamente.
-La Quercia Millenaria risulta essere iscritta già da 2008 nella lista internazionale degli Hospices perinatali come unica struttura in Italia ad occuparsi di Comfort Care. Qual è stata l'innovazione che avete apportato in questo ambito?
Sabrina Paluzzi: L'innovazione è stata quella che per la prima volta i volontari sono entrati in sala parto, in un reparto dove si fanno interventi chirurgici (molte di queste nascite possono richiedere un taglio cesareo, o perchè la mamma ne ha già fatti in precedenza, oppure perchè il parto spontaneo o indotto non si avvia come dovrebbe, o in rari casi, su specifica richiesta della mamma motivata da valide ragioni psicologiche). Per la prima volta in Italia un fotografo si è premurato di essere nella sala operatoria a catturare i primi, rari, unici e preziosi momenti di vita del bambino incompatibile con la vita; la mamma ha potuto godere di una presenza amica che si è presa cura di lei per tutta la gravidanza (i volontari della Quercia, per l'appunto). Si è potuto fare da garanti tra i desideri dei genitori e le esigenze della struttura ospedaliera: fornendo al piccolo il Battesimo quando richiesto, con il Sacerdote già pronto e allertato, prendere le impronte del piccolo da regalare ai genitori con uno speciale calco, garantire ai genitori di poter passare più tempo possibile col loro piccolo, e far incontrare il piccolo con i fratellini e i nonni, accompagnandoli momento per momento.


- La vostra Associazione si occupa di bambini che la scienza chiama “feti terminali”, incompatibili con la vita...
Sabrina Paluzzi: Alla Quercia Millenaria arrivano casi di gravidanze con diverse problematiche, ma la specialità della Quercia è la gravidanza ad alto rischio in presenza di gravi malformazioni del feto, colui che viene per l'appunto definito come "terminale", cioè incompatibile con la vita. E' un momento molto duro per la coppia di genitori che si deve interfacciare con un figlio diverso dalle aspettative, un figlio che con molta probabilità  perderanno poco dopo la nascita. E' lì che allo sconforto della diagnosi, specie se fatta in modo asettico, quando non crudele, si aggiunge suadente il pensiero che continuare quella gravidanza sarebbe inutile, o addirittura si inizia a pensare che l'interruzione di essa possa recare benefici al bambino. Aiutando i genitori, attraverso una condivisione del problema, con coppie che hanno già vissuto il momento e specialisti umani che motivano come la scelta di interrompere la gravidanza non solo non fa sentire amato il bambino, ma interrompe il progetto di amore genitoriale in modo violento, provocando poi danni a livello psicologico e medico ai genitori, la coppia per il 90% dei casi, sceglie di accompagnare il suo bambino fino all'esito naturale. I frutti di questa scelta sono abbondanti: anche dopo la morte del figlio, le coppie non si rompono, le mamme non vanno in depressione, si riaprono rapidamente alla vita di nuovo, i fratelli quando presenti, elaborano in modo sano il lutto.
- Quanta strada in 10 anni.... apertura dell'Hospice, di Centri di ascolto, costituzione di Reti di famiglie, convegni, libri...
Sabrina Paluzzi: In 10 anni veramente tantissima strada, se si pensa che tutto è nato da un bambino, Giona Paluzzi, che per la scienza era inutile portare avanti, che doveva morire, o essere eliminato, e oggi ha quasi 12 anni e una vita serena nonostante le difficoltà legate alla sua condizione di insufficienza renale cronica e grazie alla nascita de La Quercia Millenaria, ispirata ai suoi genitori dalla sua storia, 200 bambini hanno potuto godere di interventi prenatali atti a migliorare le loro condizioni in modo a volte risolutivo, e oggi sono vivi e stanno bene.

Quali progetti per il futuro?
Sabrina Paluzzi: E' in uscita un nuovo libro dove si spiega proprio come in Italia la Quercia abbia portato questa innovazione. Vorrei che fosse una specie di base da cui poter far nascere un Hospice Perinatale in ogni ospedale regionale. Gli ospedali di 2° e 3° livello dovrebbero essere preparati a fronteggiare l'aumento delle coppie che stanno scegliendo di dare continuità naturale alla vita di questi piccoli, persino quando la durata di quella vita può contarsi in pochi minuti o poche ore. Oggi, con l'esperienza maturata in 10 anni, siamo in grado di offrire un servizio di formazione al personale delle sale parto e dei reparti di ostetricia, sul co-accompagnamento alle coppie suddette, insieme ad un team di volontari de La Quercia Millenaria adeguatamente formati e assicurati. Inoltre stiamo cercando una sede su Roma, perchè nella periferia, dove abbiamo attualmente la sede, è abbastanza difficile ospitare le coppie, vista la distanza kilometrica dagli ospedali di riferimento. Stiamo chiedendo a fonti religiose e politiche, e a gente di buona volontà. Speriamo di riuscire nell'intento!
 






mercoledì 14 gennaio 2015

La vita ci stupirà col suo disegno: un progetto che diventerà capolavoro. Perchè l'amore vincerà.





di Anna Fusina

Intervista a Debora Vezzani, cantautrice di musica cristiana ed autrice della canzone “L'amore vincerà” 

 
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Debora, raccontaci un po' di te...
Debora Vezzani: Sono nata il 25 marzo 1984, festa dell’Annunciazione, del sì di Maria; sono stata abbandonata da mia madre naturale che avendo grandi difficoltà (era orfana anche lei, ma non aveva avuto la fortuna di trovare una famiglia, ed era quindi cresciuta in istituti) non poteva tenermi, ma ha comunque detto il suo “sì” scegliendo di darmi la vita nonostante i medici le consigliassero di abortire. Sono stata adottata durante l’adolescenza e poi i miei genitori adottivi si sono separati. A quel punto mi sono ritrovata a dover scegliere con chi andare a vivere e, avendo all’epoca un ragazzo più grande di me che viveva da solo, ho deciso di andare a convivere con lui. Per la voglia di formare la famiglia che non avevo mai avuto, ho insistito per sposarmi; lui, non credente, mi ha assecondata, sposandomi per farmi un favore. Il matrimonio, con queste basi, si è inevitabilmente rivelato un disastro e ci siamo separati.
Nel 2011, nel momento più buio della mia vita, la fine del mio matrimonio, mentre ero in una casa in affitto a raccogliere i pezzi della mia vita, mi è stato chiesto di musicare il salmo 139. L’ho letto tante volte per adattare il testo e comporre la musica…le parole parlavano al mio cuore…”
sei tu che mi hai creato e mi hai tessuto nel seno di mia madre”… Questa frase, che ho scelto di utilizzare come inizio del ritornello della canzone “Come un Prodigio”, mi stava dicendo di non preoccuparmi più di niente, di smettere di disperarmi per il mio sentirmi sola e senza una vera famiglia. Finalmente non ero più orfana, ma figlia di Dio. Pochi mesi fa, prima di andare a Medjugorje per la prima volta, mi è capitato fra le mani il santino del mio battesimo: sono rimasta senza parole nel vedere che erano citati proprio i versetti del salmo 139 che avevo scelto per il ritornello di “Come un Prodigio”. In più, poco sotto, c’era la scritta “O Maria, ti offriamo Debora”. Avevo finalmente trovato la mia vera e definitiva famiglia, Dio e Maria! E dopo una vita passata a pensare di non valere nulla e di non meritarmi l’affetto di nessuno, Maria mi era venuta a far sapere che agli occhi di Dio io sono un prodigio! Per ricerca della verità ho iniziato la pratica di nullità del mio matrimonio, che è stata accolta, ed è iniziato tutto un cammino che mi ha portato a cantare “Come un Prodigio” per 3 volte a Medjugorje. Ed ora cerco di cantare e scrivere canzoni per avvicinare la gente al Signore.
Qual è stato il tuo percorso professionale?
Debora Vezzani: Ho cominciato con chitarra e canto come autodidatta, poi mi sono iscritta al conservatorio, dove mi sono diplomata in flauto traverso e successivamente in didattica della musica. Ho poi frequentato la scuola di Mogol in Umbria, il CET, come compositrice di musica pop e come cantante, ottenendo il diploma.
Ho vinto diversi concorsi nazionali, premiata da Mogol, Mario Lavezzi, Mara Maionchi, Andrea Mingardi…
Nel 2009 sono usciti due singoli, "Venticinque" (presentato a Sanremolab 2009) e "Adesso tocca a me" (presentato nel tour di Radio Bruno e al Festivalshow 2010).
Come autrice ho pubblicato i seguenti brani: "Stringimi forte", cantato da Loredana Errore (2012) per Warner music; "Danza Immobile", cantato da Verdiana alla trasmissione "Amici di Maria de Filippi" (2013) ed uscito nell'omonima compilation per Warner Music; 8 canzoni contenute nel disco "Nel centro del caos" di Verdiana (2014) per Carosello Records; "L'amore vincerà", cantato da Sister Cristina ed uscito in tutto il mondo per Universal Music (2014).
Attualmente sto continuando a scrivere canzoni per altri artisti, per me (per un progetto mio) e continuo ad insegnare musica alle scuole medie.

Com'è nata la tua ultima canzone “L'amore vincerà”?
Debora Vezzani: Ho visto Suor Cristina per la prima volta in tv a “The Voice” a Marzo 2014 e ho istintivamente pensato: “voglio scrivere per lei”!
Così ad aprile 2014, assieme al musicista Fabio Barnaba, ho scritto la canzone “
L’Amore Vincerà”, titolo che fa riferimento al Trionfo del Cuore di Maria a Medjugorje. Ho poi consegnato la canzone al mio editore che l’ha mandata alla Universal. Due mesi dopo sono andata a Medjugorje per la prima volta e ho cantato “Come un Prodigio” durante la Messa, dopo l’apparizione del 2 Giugno. A fine luglio ho contattato il mio editore per avere notizie sul brano: la canzone era piaciuta, ma non avendo più avuto notizie per mesi, mi ha sinceramente confessato che secondo lui non si sarebbe fatto più niente: non solo era poco probabile che la mia canzone entrasse nel disco, ma era addirittura in discussione l’uscita del disco stesso.
I primi di agosto sono tornata a Medjugorje per la seconda volta, in occasione del 25° Festival dei giovani (numero non casuale).
Ho cantato di nuovo “
Come un Prodigio” e tutta le gente mi chiedeva un cd, perchè le mie canzoni secondo loro dovevano essere diffuse il più possibile; io purtroppo non avevo un cd con i miei brani, perchè non avevo le possibilità di realizzarlo. Un sacerdote che stava ascoltando la mia conversazione con altre le persone mi ha fermata e mi ha consigliato di fare un contratto a San Giuseppe, affidandogli i miei talenti musicali per servire Dio, e di farglielo poi avere, perchè aveva l'idea di presentarlo come intenzione in una Messa. Io l’ho fatto senza nemmeno pensarci e fidandomi completamente di lui e di quel luogo santo, offrendo la mia arte al Signore per portare l’amore di Dio agli altri attraverso la musica.
Dopo due giorni mi è arrivata la mail dal mio editore dicendo che “
L’Amore Vincerà” era stata inclusa nel disco di Suor Cristina, che sarebbe stata l’unica in italiano fra diverse cover di brani inglesi e che addirittura sarebbe uscita in tutto il mondo!!!
E così è stato! L’ album contenente la mia canzone “
L’Amore Vincerà” è uscito l’11 Novembre 2014 in tutto il mondo! Questa notizia è stata per me come un miracolo, un grandissimo dono di Dio e la conferma che questo brano mi è stato ispirato e suggerito da Maria e che lei lo ha fortemente voluto! Le conferme di questa mia certezza sono state numerose nel corso di questi mesi, come scoprire che la prima apparizione in tv di Suor Cristina, durante la quale ho avuto un impulso fortissimo a scrivere per lei, è stata proprio il 19 marzo, la festa di San Giuseppe. In più l’uscita di questo album (11 novembre) è incastonata fra due bellissimi messaggi di Medjugorje: il 2 novembre Maria ha detto: “il male non vincerà mai” e il 2 dicembre ci ha detto: “Cari figli, ricordatevi che l’amore trionferà”! Il Signore in un colpo solo mi ha donato diversi regali: sul piano lavorativo ho ricevuto una grandissima soddisfazione artistica, sul piano umano ho avuto l’occasione di contribuire ad un progetto benefico (tutti i ricavati del disco andranno a sostenere alcuni progetti delle Orsoline per i bambini meno fortunati) e sul lato spirituale ho ricevuto una grande dimostrazione di amore e di vicinanza da parte di Dio e di Maria, che ha consolidato e fortificato la mia fede. Dio compie davvero grandi cose! E San Giuseppe, oltre ad essere un bravo falegname, se ne intende anche di musica! È stato un ottimo manager! Assieme a Maria ovviamente! Ora l’ album è arrivato pure fra le mani di Papa Francesco, che spero ascolterà la mia canzone!
L’amore vincerà?
Debora Vezzani: Il titolo “L’Amore Vincerà” è un esplicito riferimento al Trionfo del Cuore di Maria a Medjugorje e, più in generale, al messaggio di Gesù, del Vangelo. Gesù è la “luce che si fa toccare” e che ci ha annunciato la buona notizia: la vittoria del bene sul male, della vita sulla morte, la risurrezione, la vita eterna (“siamo nati nella previsione di una storia indistruttibile, fatti per un tempo senza fine”). La canzone vuole essere anche la testimonianza del viaggio dal dubbio (“a noi sembra una cosa impossibile”) alla certezza dell’amore di Dio per noi (“siamo nati dalla decisione di un amore incomprensibile”) attraverso la fede.
- La forza di gravità ...viene dall'alto?
Debora Vezzani: La fede nasce dall’ascoltare la sete del proprio cuore, per scoprire che c’è qualcosa di immenso che ci chiama e ci attira a sé (“la forza di gravità viene dall’alto”); la chiave è ascoltare la voce del cuore, della propria coscienza, nella quale si nasconde la voce di Dio. E Dio ti guida e ti salva, facendoti uscire anche dalle situazioni più brutte e disperate (“dal buio più totale chi ci salverà è solo il cuore”). San Giovanni Paolo II diceva: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”. Quando lasci entrare Dio nella tua vita, ti fidi e ti affidi (“basta fidarsi”), Lui compie per te e attraverso di te grandi capolavori; si realizzano cose grandiose che senza Dio sarebbero stati solo progetti da quattro soldi (“progetto che diventerà capolavoro”). Quante volte nelle nostre vite abbiamo calcolato “un bilancio che delude”, perchè abbiamo fatto affidamento solo nelle nostre forze, lasciando Dio fuori dalla nostra vita, nell’alto dei cieli. Quante volte ci siamo imbrigliati nelle nostre fragilità e nei nostri sbagli. Quando incontri il Signore ti viene consegnata una “gioia invincibile”, che non ti può portare via nessuna persona e nessun evento, una gioia che ti riabilita al mondo, alla vita e ti regala “un nuovo inizio più grande”. Trovi l’amore vero e anche tutti gli strumenti per poter amare veramente, perchè ami con Lui, vivi con Lui, di Lui e per Lui (“beato chi sa amare e riesce a camminare nell’invisibile”). La gioia di questo incontro non deve rimanere un fatto privato, ma va condivisa con tutti utilizzando le proprie capacità e i propri talenti, i doni di Dio (“ho un dono che io vorrei donare al mondo”). Chi ha questa gioia “sposta le montagne con la libertà di un sognatore”, perchè vive con Dio…e a Dio niente è impossibile!
- Il dono che vorresti donare al mondo?
Debora Vezzani: Il Signore mi ha donato tanta passione e capacità nell'ambito musicale e vorrei metterle a servizio delle persone per testimoniare la mia storia, la mia conversione e l'amore di Dio per ciascuno di noi, infondendo speranza, luce, gioia, pace. L'amore vincerà” è la testimonianza concreta, la "prova scientifica", dico io, dei capolavori che può compiere Dio se lo si accoglie nella propria vita.Ho intenzione di continuare a portare in giro la mia testimonianza di vita e la mia musica, continuare a scrivere per altri artisti e realizzare un disco mio come cantautrice, che possa trattare tematiche profonde e cristiane con un linguaggio e un sound moderni!

Testo della canzone “L’AMORE VINCERA''"

Siamo nati dalla decisione
Di un amore incomprensibile
Da una luce che si fa toccare
A noi sembra una cosa impossibile
Beato chi sa amare
E riesce a camminare
Nell’invisibile
Dal buio più totale
Chi ci salverà
E’ solo il cuore

La forza di gravità viene dall’alto
Ho un dono che io vorrei donare al mondo
La vita ci stupirà col suo disegno
Progetto che diventerà capolavoro
Basta fidarsi e in noi
L’amore vincerà

Siamo nati nella previsione
Di una storia indistruttibile
Fatti per un tempo senza fine
A noi sembra una cosa impossibile

Beato chi sa dare
Un tocco immortale
Di gioia invincibile

E sposta le montagne
Con la libertà
Di un sognatore

La forza di gravità viene dall’alto
Ho un dono che io vorrei donare al mondo
La vita ci stupirà col suo disegno
Progetto che diventerà capolavoro
Basta fidarsi e in noi
L’amore vincerà

Si aprono le strade
Sipario che si chiude
Calcolo un bilancio che delude
L’arcobaleno è un ponte
Segui la sua fonte
Per un nuovo inizio brillante

La forza di gravità viene dall’alto
Ho un dono che io vorrei donare al mondo
La vita ci stupirà col suo disegno
Progetto che diventerà capolavoro
Basta fidarsi e in noi
L’amore vincerà
Guarda qui il video della canzone.
Fonte: http://vitanascente.blogspot.it/






lunedì 12 gennaio 2015

EllaOne, pillola dei cinque giorni dopo ed RU 486, pillola abortiva: “gemelli diversi”?




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La pillola dei cinque giorni dopo (ellaOne) e la pillola RU 486, in uso per l’aborto chimico entro la 7a settimana di gravidanza, presentano una notevole analogia sia strutturale che funzionale. La loro struttura chimica è pressochè sovrapponibile

di Anna Fusina

EllaOne®, nota come pillola dei cinque giorni dopo, è prodotta dalla Laboratoire Hra Pharma di Parigi ed è commercializzata in Italia nella confezione da un’unica compressa contenente 30 mg di Ulipristal Acetato (il suo principio attivo).
E’ compresa nella categoria farmacoterapeutica: ormoni sessuali e modulatori del sistema genitale, contraccettivi d’emergenza (Codice ATC: G03AD02).1
Ulipristal Acetato (UPA) è una molecola appartenente alla famiglia dei SPRM (Selective Progesterone Receptor Modulator), i Modulatori Selettivi del Recettore Progestinico, la stessa di cui fa parte il Mifepristone (più conosciuto come RU486), molecola in uso per l’aborto chimico entro la 7a settimana di gravidanza.
L’Ulipristal Acetato ed il Mifepristone presentano un notevole analogia sia strutturale, essendo la loro struttura chimica pressoché sovrapponibile, sia funzionale, condividendo anche uno spiccato effetto antiprogestinico.2



Figura 1A (Mifepristone)3 -  Figura 1B (Ulipristal Acetato)4

 










Com’è noto, l’ormone progesterone è indispensabile per lo sviluppo della gravidanza: prepara l’utero all’annidamento dell’embrione. L’Ulipristal Acetato si lega ai recettori del progesterone e ne impedisce l’azione, interferendo così con l’impianto dell’embrione e svolgendo in tal modo un’azione di tipo intercettivo-abortivo.
Il Prof. Lucio Romano, del Dip. di Scienze Ostetrico-Ginecologiche dell’Università di Napoli “Federico II”, ricorda come i primi studi su UPA siano stati realizzati confrontando l’azione di quest’ultimo con quella della RU486.5
Il Dott. Bruno Mozzanega, ricercatore presso la Clinica Ginecologica e Ostetrica dell’Università di Padova, sottolinea che sia l’Ulipristal che l’RU486 si sono dimostrati efficaci come contraccettivi di emergenza e che “(…) se ne è proposto l’utilizzo come “contraccettivo” in mono-somministrazione da somministrare due giorni dopo l’ovulazione col fine evidente di impedire l’annidamento (…). Gli effetti uterini delle due molecole sono quindi sovrapponibili e UPA non presenta nemmeno quella inibizione surrenalica che da alcuni si era invocata come possibile concausa delle infezioni letali da Clostridium Sordelli osservate a seguito di IVG con Mifepristone.”6
Il Dott Mozzanega prosegue poi rilevando che, nonostante detto vantaggio, l’UPA non è stato sperimentato in ambito di interruzione di gravidanza, forse con l’intenzione di tenerlo dissociato, anche in termini di immagine, da questo tipo di utilizzazione ed afferma poi che “non si può negare, tuttavia, e anzi va ribadito, che a livello di utero e di procreazione i suoi effetti siano sovrapponibili a quelli della RU486. Se per l’interruzione chimica della gravidanza si utilizzano 200 mg di RU486, è verosimile che lo stesso quantitativo di UPA sia in grado di sopprimere, in eguale modo, l’embrione.”7
Nel foglietto illustrativo di ellaOne approvato nel gennaio 20128 viene riportato che questo contraccettivo orale di emergenza può essere usato entro e non oltre 120 ore (5 giorni) dal rapporto sessuale non protetto da altri metodi contraccettivi o in seguito al fallimento di un metodo contraccettivo per prevenire una gravidanza. E’ riportato inoltre che “ellaOne agisce modificando l’attività dell’ormone naturale progesterone” e che “si ritiene che ellaOne agisca bloccando l’ovulazione.”9
Il “si ritiene” non dà però la certezza riguardo al suo meccanismo d’azione. Nella Sintesi destinata al pubblico su ellaOne® dell’EMA (European Medicines Agency, lAgenzia europea predisposta all’approvazione dei medicinali)10, aggiornata al 15 marzo 2012, si dice che: “Perché inizi la gravidanza occorre che si verifichi l’ovulazione (rilascio dell’ovulo) seguita dalla fecondazione dell’ovulo (fusione con uno spermatozoo) e dal suo impianto nell’utero. Il progesterone, un ormone sessuale, svolge un ruolo nel determinare i tempi dell’ovulazione e preparare la parete uterina ad accogliere l’ovulo fecondato. Il principio attivo di ellaOne, […] si lega ai recettori ai quali normalmente si lega il progesterone, inibendo così all’ormone di avere effetto. Attraverso la sua azione sui recettori del progesterone, ellaOne impedisce le gravidanze principalmente mediante la prevenzione o il ritardo dell’ovulazione.”11
Anche la S.I.C. (Società Italiana della Contraccezione) e la SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione) nel documento “Ulipristal Acetato – Un nuovo farmaco per la contraccezione d’emergenza: aspetti clinici, medico-legali e percorsi di utilizzo12 riportano che il meccanismo d’azione primario dell’UPA come contraccettivo d’emergenza consiste nel ritardare o inibire l’ovulazione. Si può notare come si indichi l’azione del farmaco come “principalmente” o “primariamente” dovuta all’azione sull’ovulazione, non evidenziandone anche quella di impedimento dell’annidamento dell’ovulo fecondato sull’endometrio.
L’EMA, nel CHMP Assessment Report for Ellaone13 del 2009 riporta i possibili differenti meccanismi d’azione del farmaco:
- Ability to block, disrupt or delay ovulation
- Ability to block or delay ovulation even after the onset of the LH surge
- Ability to delay maturation of the endometrium likely resulting in prevention of implantation”14: “capacità di bloccare, interrompere o ritardare l’ovulazione; capacità di bloccare o ritardare l’ovulazione anche dopo l’inizio del picco di LH; capacità di ritardare la maturazione dell’endometrio il cui probabile risultato è la prevenzione dell’impianto.”
Nella documentazione EMA relativa ad ellaOne si afferma che: “Dati farmacodinamici mostrano che anche se assunto immediatamente prima dell’ovulazione, in alcune donne ulipristal acetato è in grado di posticipare la rottura follicolare.”15
Il Dottor Bruno Mozzanega del Dipartimento di Scienze Ginecologiche e della Riproduzione Umana dell’Università di Padova rileva come l’affermazione “immediatamente prima dell’ovulazione” sia mutuata dallo studio di Vivian Brache, la quale, nel titolo del suo articolo16, nell’abstract e nelle conclusioni (le prime parti che si rilevano a colpo d’occhio), utilizza questa espressione, salvo poi contraddirsi nei risultati da lei riportati.17
Nel suo articolo “Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture” la ricercatrice afferma infatti che “when UPA was given at the time of the LH peak, the time elapsed to rupture was similar to placebo (1.54+0.52 versus 1.31+0.48)18 e cioè che, come sottolineato dal Dottor Mozzanega, 1-2 giorni prima dell’ovulazione, i giorni più fertili del ciclo mestruale, ellaOne non è in grado di inibire o posticipare l’ovulazione: le donne trattate con UPA e con placebo ovulano tutte al momento previsto, circa due giorni dopo avere assunto il trattamento.19
Il CHMP Assessment Report for Ellaone asserisce che: “Treatment of cell cultures significantly inhibited estrogen and progesterone stimulated proliferation of endometrial stromal cells”20: “su colture di cellule, ulipristal acetato inibisce in maniera evidente la proliferazione delle cellule stromali dell’endometrio stimolata da progesterone ed estrogeni”.
Si afferma pure che “since progesterone is critical for implantation, it was thought that may have promise as a contraceptive agent21:“poiché il progesterone è critico per l’impianto, si è pensato che ulipristal acetato potesse essere promettente come agente contraccettivo”.
La conclusione è che: “The primary mechanism of action is thought to be inhibition or delay of ovulation, but alterations to the endometrium may also contribute to the efficacy of the product, as sufficiently documented"22: “il principale meccanismo d’azione del farmaco si pensa sia l’inibizione o il ritardo dell’ovulazione, ma alterazioni dell’endometrio possono anche contribuire all’efficacia del prodotto, come sufficientemente documentato.
Nell’assessment di EMA viene inoltre evidenziato che deve essere effettuato un test di gravidanza prima di assumere il farmaco allorchè non si possa escludere una gravidanza in atto e che la ditta produttrice deve predisporre azioni atte a prevenirne l’uso scorretto (a scopo abortivo). Viene consigliato anche di implementare un registro delle prescrizioni, ma non prima di uno o due anni dalla commercializzazione del prodotto.23
Il Dott. Bruno Mozzanega e il Dott. Erich Cosmi, del Dipartimento di Scienze Ginecologiche e della Riproduzione Umana dell’Università di Padova, in un articolo apparso sull’Italian Journal of Obstetrics and Gynaecologists nel 201124, rilevano che, nonostante l’azienda produttrice sostenga che Ulipristal somministrato nel periodo fertile del ciclo (nei quattro-cinque giorni che precedono l’ovulazione) riesce a posticipare l’ovulazione stessa e dunque ad impedire l’incontro di uovo e spermatozoo, attribuire esclusivamente questo effetto a detto farmaco sia quantomeno impreciso. Dopo aver premesso che il concepimento può avvenire soltanto se il rapporto sessuale si è verificato nei quattro - cinque giorni fertili pre-ovulatori, durante i quali il muco cervicale consente agli spermatozoi di risalire all’interno dei genitali femminili, e che il concepimento di norma avviene entro 24 ore dalla liberazione dell’uovo, spiegano che: “nei giorni fertili si verificano, a livello della ghiandola ipofisi, i fenomeni che preparano e determinano l’ovulazione, nell’ordine: un progressivo aumento nel rilascio dell’ormone LH che culmina, dopo 48 ore, nel picco dell’LH che a sua volta, nel giro di ulteriori 24-48 ore, esita nella liberazione dell’uovo25 ed affermano che, se si visualizzano detti fenomeni su un grafico rappresentante i 4-5 giorni fertili del ciclo mestruale, si può comprendere come il periodo precedente il rialzo dell’LH si possa identificare con l’inizio del periodo fertile, quello in cui si verifica l’aumento dell’LH (48 ore) coincide verosimilmente con il secondo e terzo giorno fertile del ciclo, mentre gli ultimi giorni fertili, quelli immediatamente pre-ovulatori, sono verosimilmente i giorni successivi (24-48 ore dopo il picco dell’LH). Nell’articolo si afferma poi che:
“(…) vi è un unico studio che valuta l’efficacia di ulipristal (un’unica dose di 30 mg per os) sulla ovulazione, quando viene somministrato nel periodo fertile del ciclo (…). Il numero di donne studiate è esiguo: 34; esse vengono suddivise in tre gruppi a seconda che ricevano il farmaco prima che l’LH inizi ad aumentare, oppure durante la fase di incremento dell’LH, o ancora dopo il picco dell’LH.”26 e si rileva che da questo studio l’ovulazione risulta ritardata soltanto nelle otto donne trattate all’inizio del periodo fertile, cioè prima che inizi l’aumento dell’LH. Se invece il farmaco viene assunto quando l’LH ha già cominciato a salire, l’ovulazione è ritardata soltanto in 11 donne su 14. Nelle pazienti trattate quando il picco dell’LH si è già verificato, l’ovulazione viene ritardata solo in una donna su 12.27
I due autori dell’articolo rilevano quindi che: “E’ per lo meno inesatto affermare che ellaOne assunta nel periodo fertile del ciclo, e cioè prima della ovulazione, agisca con un meccanismo anti-ovulatorio. Anche dando per scontato che un gruppo di 8 donne sia un numero adeguato e sufficiente alla statistica e consenta deduzioni universalmente valide, solo il trattamento all’inizio del periodo fertile sembra realmente ritardare l’ovulazione. In questo caso, però, un rapporto risalente da 1 a 5 giorni prima sarebbe avvenuto in un periodo del ciclo verosimilmente non ancora fertile e quindi il farmaco verrebbe assunto inutilmente. Quando invece ulipristal viene assunto nei successivi giorni fertili, i tre o quattro giorni che precedono l’ovulazione, la maggioranza delle donne ovula regolarmente ed evidentemente può concepire; l’endometrio, invece, risulterà gravemente compromesso e sarà del tutto inadeguato all’impianto. Infatti, l’assunzione di una sola dose del farmaco altera profondamente la recettività del tessuto, sia che essa avvenga a metà della fase follicolare (…) (prima ancora che inizi il rialzo dell’LH), sia che essa avvenga esattamente a metà ciclo nel giorno dell’ovulazione o in quello immediatamente successivo (...) sia che essa avvenga infine a metà della fase luteale (…) (proprio nei giorni in cui l’embrione dovrebbe impiantarsi).28
Nell’articolo citato si evidenzia inoltre che: “L’effetto inibitorio sulla maturazione dell’endometrio è diretto; è legato alla inibizione dei recettori tissutali per il progesterone (esattamente lo stesso meccanismo con cui agisce la RU486) e si verifica anche con i dosaggi più bassi di ulipristal (1 mg e 10 mg). L’effetto inibitorio sull’endometrio, infine, non risulta correlato a variazioni nei livelli degli ormoni del ciclo mestruale, che si osservano soltanto con dosaggi di farmaco più elevati.”29
Il risultato è che le donne che assumono il farmaco dopo un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale per la maggior parte ovulano e possono concepire, ma l’endometrio è irrimediabilmente compromesso, indipendentemente dal momento in cui il farmaco venga assunto.
I due ricercatori fanno notare come si presenti e si reclamizzi ellaOne, “la pillola dei cinque giorni dopo”, come prodotto totalmente efficace anche se assunta cinque giorni dopo il rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale e osservano che: “Se immaginiamo un rapporto il giorno prima dell’ovulazione, con il concepimento entro le successive 24 ore (e quindi 48 ore dopo quel rapporto sessuale), come potrà invocarsi un’azione anti-ovulatoria e anti-concezionale per un farmaco assunto fino a cinque giorni da quel rapporto, e quindi tre giorni dopo il concepimento stesso? Si avrà esclusivamente un’azione anti-annidamento.”30










1 http://www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/EPAR_-_Product_Information/human/001027/WC500023670.pdf
2 Cfr.: Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo, Ulipristal acetato (CDB 2914) Meccanismo d’azione: aspetti scientifici, deontologici ed etici - Relazione tecnico –scientifica, cit. e Bruno Mozzanega, Mifepristone e Ulipristal Acetato: gemelli diversi? in Newsletter nr. 55 di Scienza & Vita, marzo 2012, p. 15-16.
3 Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo, Ulipristal acetato (CDB 2914) Meccanismo d’azione: aspetti scientifici, deontologici ed etici- Relazione tecnico –scientifica , cit.
4 Società Medico-Scientifica Interdisciplinare PROMED Galileo, Ulipristal acetato (CDB 2914) Meccanismo
d’azione: aspetti scientifici, deontologici ed etici- Relazione tecnico –scientifica, cit.
5 Lucio Romano (a cura di), Pillola dei 5 giorni dopo: “solo” un contraccettivo?, bioFILES n 6, Associazione Scienza & Vita, 17 giugno 2011
6 Bruno Mozzanega, Mifepristone e Ulipristal Acetato: gemelli diversi?, cit., p. 15-16
7 Bruno Mozzanega, Mifepristone e Ulipristal Acetato: gemelli diversi?, cit., p.15-16
8 www.ellaoneonline.it/foglietto-illustratico-ellaone.html#1
9 www.ellaoneonline.it/foglietto-illustratico-ellaone.html#1
10 www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/EPAR__Summary_for_the_public/human/001027/W C500023671.pdf
11 www.ema.europa.eu/docs/it_IT/document_library/EPAR__Summary_for_the_public/human/001027/WC500023671.pdf
12 S.I.C. – S.M.I.C., Ulipristal Acetato - Un nuovo farmaco per la contraccezione d’emergenza: aspetti clinici, medico-legali e percorsi di utilizzo, p.1
13 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, in www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR__Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
14 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, p. 9 in www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
16 Vivian Brache et al., “Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture”. Human Reproduction 2010, pp. 2256-2263
17 Intervento del Dottor Bruno Mozzanega alla Conferenza-stampa sulla commercializzazione di ellaOne- la cosiddetta pillola del quinto giorno dopo al Senato della Repubblica il 12 aprile 2012 in http://www-2.radioradicale.it/scheda/350181/conferenza-stampa-sulla-commercializzazione-di-ellaone-la-cosiddetta-pillola-del-quinto-giorno-dopo
18 Vivian Brache et al., “Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture”, cit., p. 2259
20 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, p. 11 in http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
21 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, p. 22 in http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
22 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, p. 23 in http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
23 EMA, CHMP Assessment Report for Ellaone, p. 45-46 in http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-_Public_assessment_report/human/001027/WC500023673.pdf
24 B. Mozzanega, E.Cosmi, Considerazioni su ellaOne (ulipristal acetato) in Italian Journal of Obstetrics and Gynaecologists, N. 2/3, 2011, pp. 107-112Cfr. anche B. Mozzanega, Why not? in Ginecorama, n. 6, Dic. 2011, pp.15-16

25 B. Mozzanega, E.Cosmi, Considerazioni su ellaOne (ulipristal acetato) in Italian Journal of Obstetrics and Gynaecologists, N. 2/3, 2011, pp. 107-112
26 B. Mozzanega, E.Cosmi, cit., pp. 107-112
27 Cfr.: Vivian Brache et al., “Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture”. Human Reproduction 2010, pp. 2256-2263
28 B. Mozzanega, E.Cosmi, cit, pp. 107-112
29 B. Mozzanega, E.Cosmi, cit, pp. 107-112
30 B. Mozzanega, E.Cosmi, cit, pp. 107-112