mercoledì 13 luglio 2011

"Da vita a vita. Viaggio alla scoperta della riproduzione umana"

Bruno Mozzanega   
Settembre 2010 SEU, 222 pagine
Prezzo: 30 €


Introduzione

“Da Vita a Vita giunge alla terza edizione. Le sue motivazioni originarie non sono cambiate; sono aumentate, inevitabilmente, le conoscenze scientifiche, e l’esigenza di un’informazione esauriente e corretta si è fatta, se possibile, ancora più urgente e pregnante. Scrivere questo libro è innanzitutto la risposta a un dovere. Faccio parte dell’Università, Istituzione che ha compiti sia di Ricerca sia di Formazione, e avverto l’impegno di approfondire le conoscenze relative alla biologia della riproduzione umana e, al contempo, di divulgarle perché possano diventare patrimonio comune. Acquisire queste informazioni è molto importante sia per i ragazzi, che necessitano di informazioni corrette su cui impostare futuri comportamenti, sia per i giovani che si apprestano a vivere le loro esperienze sessuali, sia ancora per gli adulti che, nella vita di coppia, intendano affrontare responsabilmente il momento centrale della procreazione. Divulgare queste conoscenze risponde, tuttavia, anche a un mio profondo bisogno interiore: è tale l’incanto dell’origine della vita, in ogni suo istante, anche soltanto sotto il profilo biologico, che non posso pensare rimanga tesoro di pochi. La vita che nasce non si esaurisce in una serie di eventi mirabili che si ripetono da millenni; essa porta in sé anche lo stupore e la magia di un evento unico, che trascende la biologia e si fa irripetibile: la comparsa di un essere umano unico, il cui patrimonio genetico è inscritto già nella prima cellula fin dai suoi primissimi istanti di vita, nel momento stesso del concepimento. Riconosco, al proposito, che in alcuni passaggi del libro finisco con l’identificarmi in questo piccolo essere umano, e con il coinvolgere in questa identificazione anche lo stesso lettore. Non ritengo sia improprio: non viene meno il rigore scientifico, traspare soltanto la profonda consapevolezza che questo viaggio alla scoperta della riproduzione umana è in fondo, per ciascuno, un viaggio alla scoperta della propria storia. Il libro è diretto soprattutto ai ragazzi (in particolare a loro e ai loro insegnanti è rivolta la prima parte), ai giovani e agli studenti che vogliano approfondire le loro conoscenze. Ma è diretto anche agli operatori del settore, a chi tiene corsi di educazione sessuale, alle coppie che desiderino vivere responsabilmente la propria capacità di procreare. Sono consapevole del fatto che l’informazione biologica non basti al fine di una completa educazione alla sessualità: certamente ne fa parte, ma non la esaurisce; l’informazione biologica è tuttavia indispensabile per cogliere il senso pieno della sessualità e per far sì che la sua concreta espressione sia accompagnata, sempre, dalla consapevolezza di sé e dal rispetto dell’altro, sia esso la persona amata sia esso il figlio. In questa nuova edizione ho aggiornato le informazioni scientifiche e aggiunto dei capitoli nuovi; non li cito, compaiono nell’indice. Mi sono inoltre permesso alcune considerazioni personali, che ho posto a chiusura dell’opera: un tentativo di capire le difficoltà che tuttora ostacolano iniziative organiche di educazione sessuale; iniziative che dovrebbero partire da un’informazione accurata sugli aspetti biologici per fornire a ognuno quella conoscenza senza la quale nessuna scelta può definirsi autenticamente libera. Garantire e promuovere la libertà di ciascuno nel rispetto dell’altro è in tutti i campi, compreso quello della procreazione, un dovere primario della società civile.”

Bruno Mozzanega è ricercatore universitario presso la Clinica ginecologica e ostetrica dell’Università di Padova.
Da sempre ha affiancato alle attività cliniche, scientifiche e didattiche proprie del ruolo, un costante impegno di collaborazione con la scuola per offrire ai giovani una informazione corretta sulle tematiche della biologia riproduttiva.

martedì 12 luglio 2011

Considerazioni su ellaOne® (Ulipristal Acetato)

Fra pochi giorni l’AIFA si esprimerà in relazione alla immissione in commercio di ellaOne® quale “contraccettivo di emergenza”. Ai fini di questa decisione ritengo che sia necessario valutare con la maggiore precisione possibile quale sia il suo effettivo meccanismo d’azione che appare essere, almeno prevalentemente, post-concezionale, e domandarsi se esso sia compatibile o meno con un quadro legislativo posto a tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento, e ancora domandarsi se esso sia utile in un quadro ambientale in cui il prevenire è divenuto prioritario in tutti i temi che riguardano la salute e sembra essere invece, in questo caso, sistematicamente omesso se non del tutto ignorato.


1.   Il quadro legislativo.

La Legge che delinea il significato della procreazione responsabile, della quale la contraccezione non può che porsi come semplice strumento, è la Legge n. 405 del 1975 che istituisce i Consultori Familiari: nel suo art.1 essa pone come obiettivo della procreazione responsabile la “tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento”, e il concepito è indiscutibilmente l’individuo che origina dall’incontro dell’uovo e dello spermatozoo.
La Legge n. 40 del 2004 che disciplina la procreazione medicalmente assistita, assicura esplicitamente i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito che viene posto sullo stesso piano degli altri soggetti e al centro della normativa. Questa tutela è stata ribadita nei vari interventi della Corte Costituzionale.
Del resto la Legge n. 194 del 1978 sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
 pone come principio fondamentale, nell’art.1, la tutela della vita umana dal suo inizio. La Legge n. 194 del 1978 riconosce alla madre che si trovi in grave conflitto la possibilità di scegliere fra la propria vita o la propria salute e la vita del figlio, come una sorta di bilanciamento fra due valori ugualmente importanti, lasciando la decisione ultima alla donna. Ma questa facoltà (ed è l’unica eccezione nel contesto sopra descritto) viene consentita a condizioni precise:
-        a gravidanza diagnosticata ed in evoluzione (e la diagnosi è successiva all’impianto);
-        attraverso una procedura finalizzata ad evitare l’aborto, che aiuti la donna a superarne le cause.
E’ l’unica ipotesi ammessa, e la legge prevede tutta una serie di compiti affidati ad enti, istituzioni e alla società stessa affinché l’aborto possa limitarsi a dolorose eccezioni e si sviluppi una cultura di rispetto della vita sin dal suo inizio.
E dunque neppure la L.194/78 consente di eliminare il concepito prima che si annidi. Anzi, la L.194/78 affida ai consultori, ad enti e regioni il compito di informare, promuovere e sostenere la procreazione responsabile.
Va da sé che le nostre Leggi e i nostri princìpi escludono esplicitamente che i metodi post-concezionali possano essere strumenti della procreazione responsabile.


2.   Il meccanismo d’azione di Ulipristal Acetato

Si sostiene che Ulipristal somministrato nel periodo fertile del ciclo, e quindi nei quattro - cinque giorni che precedono l’ovulazione, abbia la capacità di posticipare l’ovulazione stessa e quindi impedisca l’incontro di uovo e spermatozoo.
Va premesso che il concepimento può avvenire soltanto se il coito si è verificato nei quattro - cinque giorni fertili pre-ovulatori, durante i quali il muco cervicale consente agli spermatozoi di entrare nei genitali femminili, e che il concepimento di norma avviene entro 24 ore dalla liberazione dell’uovo.
Nei giorni fertili si verificano, a livello della ghiandola ipofisi, i fenomeni che preparano e determinano l’ovulazione: nell’ordine, un progressivo aumento nel rilascio dell’ormone LH che culmina, dopo 48 ore, nel picco stesso dell’LH che a sua volta, nel giro di ulteriori 24-48 ore, esita nella liberazione dell’ uovo (1).
Se visualizziamo questi eventi su di un grafico che rappresenti i quattro – cinque giorni fertili del ciclo mestruale, ci rendiamo conto del fatto che il periodo che precede il rialzo dell’LH si identifica con l’inizio del periodo fertile; quello durante il quale l’LH aumenta (48 ore) coincide verosimilmente con il secondo e terzo giorno fertile del ciclo, mentre i giorni successivi (24-48 ore dopo il picco dell’LH) sono verosimilmente gli utimi giorni fertili, quelli immediatamente pre-ovulatori.
Ciò premesso, vi è un unico studio che valuta l’efficacia di Ulipristal (un’unica dose di 30 mg per os) sulla ovulazione, quando viene somministrato nel periodo fertile del ciclo (2). Il numero di donne studiate è esiguo: 34; esse vengono suddivise in tre gruppi a seconda che ricevano il farmaco prima che l’LH inizi ad aumentare, oppure durante la fase di incremento dell’LH, o ancora dopo il picco dell’LH.
L’ovulazione risulta ritardata soltanto nelle otto donne trattate all’inizio del periodo fertile. Se l’LH ha già iniziato a crescere l’ovulazione è ritardata in 11 donne su 14. Nelle pazienti in cui il picco dell’LH è già avvenuto l’ovulazione è ritardata in un solo caso su 12.
Va da sé che è per lo meno inesatto affermare che ellaOne® assunta nel periodo fertile del ciclo, e cioè prima della ovulazione, agisca con meccanismo anti-ovulatorio. Anche dando per scontato che un gruppo di otto donne sia un numero adeguato e sufficiente alla statistica e consenta deduzioni universalmente valide, solo il trattamento all’inizio del periodo fertile sembra realmente ritardare l’ovulazione. In questo caso, però, un rapporto risalente da 1 a 5 giorni prima sarebbe avvenuto in un periodo del ciclo verosimilmente non ancora fertile e quindi il farmaco verrebbe assunto inutilmente.
Quando invece Ulipristal viene assunto nei successivi giorni fertili, i tre o quattro giorni che precedono l’ovulazione, la maggioranza delle donne ovulano regolarmente ed evidentemente possono concepire; l’endometrio, invece, risulterà gravemente  compromesso e sarà del tutto inadeguato all’impianto.
Infatti l’assunzione di una sola dose del farmaco altera profondamente la recettività del tessuto, sia che essa avvenga a metà della fase follicolare (3) (prima ancora che inizi il rialzo dell’LH), sia che essa avvenga esattamente a metà ciclo nel giorno stesso dell’ovulazione o in quello immediatamente successivo (4), sia che essa avvenga infine a metà della fase luteale (5) (proprio nei giorni in cui l’embrione dovrebbe impiantarsi).
L’effetto inibitorio sulla maturazione dell’endometrio è diretto: è legato alla inibizione dei recettori tissutali per il Progesterone (esattamente lo stesso meccanismo con cui agisce la RU486) e si verifica anche con i dosaggi più bassi di Ulipristal (1 mg e 10 mg di). L’effetto inibitorio sull’endometrio, infine, non risulta correlato a variazioni nei livelli degli ormoni del ciclo mestruale, che si osservano soltanto con dosaggi di farmaco più elevati.
In conclusione, le donne che assumono il farmaco dopo un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale prevalentemente ovulano e possono concepire. L’endometrio, però è irrimediabilmente compromesso, indipendentemente dal momento in cui il farmaco venga assunto.
D’altra parte, la grande e reclamizzata novità di ellaOne®, presentata come “la pillola dei cinque giorni dopo”, è proprio quella di essere totalmente efficace anche se presa cinque giorni dopo il rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo.
Se immaginiamo un rapporto sessuale avvenuto il giorno prima dell’ovulazione, con il concepimento entro le successive 24 ore (e quindi 48 ore dopo quel rapporto sessuale), come potrà invocarsi un’azione anti-ovulatoria e anti-concezionale per un farmaco assunto fino a cinque giorni da quel rapporto e quindi tre giorni dopo il concepimento? Si avrà esclusivamente un’azione anti-annidamento.
Ma questo effetto non è compatibile, come sopra si è detto, con i principi fondamentali su cui si fondano le nostre Leggi e la nostra stessa Costituzione.

3.   Il contesto ambientale

I dati che emergono dalle relazioni ISTAT del 2005*, del 2008** e del 2010*** (6) segnalano un tasso di IVG in costante riduzione, ma un costante incremento nella abortività spontanea.
In particolare, rispetto al 1988 (ma anche al 1993), anno in cui gli aborti spontanei erano 55.000, essi sono aumentati di 11.000* unità all’anno nel 2001 (+20%), di 17.000** all’anno nel 2005 (+30%) e di 22.000*** unità all’anno nel 2007 (+37%). Nel 2010 è segnalato un incremento estremamente elevato nell’abortività spontanea delle donne oltre i 35 anni di età e soprattutto delle 40-44enni (gli aborti spontanei sono oltre 33.000 nella decade 35-44 anni). E’ però a carico delle giovanissime che si registrano gli incrementi massimi: +67% nel 2005 e +80% nel 2010. Va ricordato, a questo proposito, come le teen-agers siano le maggiori consumatrici di Norlevo®, la “pillola del giorno dopo” a base di Levonorgestrel: il 55% delle 360.000 confezioni annue, e come esse tendano ad agire non in un’ottica di prevenzione, ma al contrario in un’ottica di emergenza.
E’ drammatico l’incremento dai 66.000 casi del 2001 ai 77.000 del 2007, in un periodo di soli sei anni e in assenza di qualunque modifica significativa sia nella popolazione sia nelle sue abitudini. E’ un incremento non giustificato che deve far riflettere.
Non mi dilungo sulla disponibilità del Cytotec® (misoprostolo) nelle Farmacie e sul suo possibile utilizzo nella clandestinità. Allego un mio contributo del 2008 (7). Esiste certamente una rete di operatori sanitari italiani in grado di assistere le donne nella clandestinità e Silvio Viale ne ha illustrato i modi in termini minuziosi, (http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa) lamentando le restrizioni (minime peraltro) alle quali è stata sottoposta la sua prescrizione (8). Il farmaco, se utilizzato fra la sesta e la settima settimana di gravidanza, ha  un’efficacia intorno al 95%. Se anche solo la metà degli aborti spontanei in più, cioè 10.000 sui 22.000, rappresentasse quel 5% di aborti clandestini farmacologici che non vanno a buon fine e richiedono il completamento in ospedale,  otterremmo numeri impressionanti.
In questo contesto l’immissione di un ulteriore prodotto come Ulipristal, che condivide le proprietà anti-progestiniche della RU486, non farebbe altro che allargare la disponibilità di sostanze capaci di determinare l’aborto anche dopo la positivizzazione del test di gravidanza.
Non può infine sfuggire che, una volta reso disponibile, ellaOne® potrà essere acquistato e conservato dalla donna e venire utilizzato solamente in caso di gravidanza accertata. La richiesta alla donna di un test di gravidanza negativo appare quindi illusoria, se non addirittura ingenua.

La contraccezione d’emergenza e il Levonorgestrel

Da ultimo due parole sulla contraccezione d’emergenza con Levonorgestrel (Norlevo® o Levonelle®) e sulle modalità attraverso le quali le Società Scientifiche più rappresentative divulgano l’informazione circa il suo meccanismo d’azione, attraverso Posizioni ufficiali che inevitabilmente vengono recepite come Verità.
La Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO), in una sua Posizione Ufficiale (9) del 2011 che conferma i contenuti già espressi nel 2008, sostiene che il meccanismo d’azione principale del Levonorgestrel è quello di impedire o ritardare l’ovulazione.
Studi recenti (2,10-12) invece iniziano ad ammettere, in contrasto con quanto finora preteso e riportato ufficialmente nella Posizione (9) della FIGO, che il Norlevo® non è in grado di interferire con l’ovulazione, se non quando venga somministrato prima che i livelli dell’LH inizino a salire, e cioè soltanto all’inizio del periodo fertile.
Questo dato rimanda anche il meccanismo d’azione del Norlevo® a effetti prevalentemente post-concezionali e anti-annidamento, anche quando venga assunto prima dell’ovulazione.
E’ evidente la necessità di rivalutare con cura anche questi dati scientifici, al fine di poter discernere se l’uso del Levonorgestrel sia realmente compatibile con la tutela della vita umana dal suo inizio, come ribadito e preteso nella legislazione vigente.
Concludo con una nota polemica: la ESC (European Society for Contraception and Reproductive Health), nella pagina web (http://www.escrh.eu/about-esc/news/how-do-levonorgestrel) di cui riporto l’immagine in coda alla bibliografia, ringrazia esplicitamente i quattro estensori dello Statement (9) “per la loro incredibile attenzione ai dettagli e per la costante preoccupazione di essere sicuri che questo Statement fosse accurato e riflettesse pienamente gli studi più recenti”.
La prima a essere ringraziata è Vivian Brache, la prima Autrice di uno studio (2) del 2010, in cui essa conclude (terz’ultimo paragrafo della discussione) che “dall’analisi combinata di diversi studi, il Levonorgestrel somministrato nel periodo fertile avanzato inibisce l’ovulazione soltanto in 7 donne su 48, e cioè nel 14,6% dei casi”. Basandosi sui medesimi dati bibliografici la stessa Brache, insieme agli altri Esperti della FIGO, sosterrà con estrema enfasi esattamente il contrario nello Statement del 2011 (9) in cui si afferma, in modo ufficiale e definitivo, che il meccanismo d’azione principale del Levonorgestrel è quello di impedire o ritardare l’ovulazione.
Questo Statement apparirà come la Verità ufficiale condivisa unanimemente da tutto il mondo della Ginecologia internazionale.
In base ad essa i medici effettueranno le proprie scelte etiche e professionali. Ad essa gli Stati e i Governi faranno riferimento quando si troveranno a legiferare su questi temi vitali.


BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
 

  1. Behre HM, Kuhlage J, Gassner C, Sonntag B, Schem C, Schneider HP, Nieschlag E. Prediction of ovulation by urinary hormone measurements with the home use ClearPlan Fertility Monitor: comparison with transvaginal ultrasound scans and serum hormone measurements. Hum Reprod 2000;15:2478-82
  2. Brache V, Cochon L, Jesam C, Maldonado R, Salvatierra AM, Levy DP, Gainer E, Croxatto HB. Immediate pre-ovulatory administration of 30 mg ulipristal acetate significantly delays follicular rupture. Hum Reprod 2010;25:2256–2263


  3. Stratton P, Hartog B, Hajizadeh N, Piquion J,  Sutherland D, Wei Q, Merino M, Lee YJ, Nieman LK. A single mid-follicular dose of CDB-2914, a new antiprogestin, inhibits folliculogenesis and endometrial differentiation in normally cycling women. Hum Reprod 2000;15:1092–1099.
  4. Stratton P, Levens ED, Hartog B, Piquion J,  Wei Q,  Merino M, Nieman LK. Endometrial effects of a single early luteal dose of the selective progesterone receptor modulator CDB-2914. Fertil Steril 2010;93:2035-2041
  5. Passaro D, Piquion J, Mullen N, Sutherland D, Zhai S, Figg WD, Blye R, Nieman LK. Luteal phase dose±response relationships of the antiprogestin CDB-2914 in normally cycling women. Hum Reprod 2003;18:1820-1827
  6. ISTAT 2010, Capitolo 3:7-9
  7. Mozzanega B. La diffusione del Cytotec pone tanti inquietanti interrogativi: “l’altro” aborto clandestino quello con le compresse antiulcera. Newsletter di Scienza & Vita 2008;  n°18, 24 Novembre
  8.  http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa
  9. http://www.escrh.eu/sites/escrh.eu/files/attachments/moafinal2011eng.pdf
  10. Durand M, Koistinenc R, Chirinosa M, Rodríguez JL, Zambrano E, Seppälä M, Larreaa F. Hormonal evaluation and midcycle detection of intrauterine glycodelin in women treated with levonorgestrel as in emergency contraception. Contraception 2010;82:526–533
  11. Mozzanega B, Cosmi E. Come agisce il levonorgestrel nel prevenire la gravidanza quando viene usato come contraccettivo d’emergenza (LNG ECPs)?  Considerazioni sullo statement congiunto di ICEC e FIGO. Atti 86°Congresso Nazionale SIGO, Milano 14-17 Novembre – 2010
  12. Mozzanega B, Cosmi E. How do levonorgestrel-only emergency contraceptive pills prevent pregnancy?  Some considerations. Gynecol Endocrinol 2011;27:439-442. Epub 2010 Jul 29



                                                   Bruno Mozzanega
                                                   Ricercatore Universitario presso la
                                                   Clinica Ginecologica di Padova


venerdì 8 luglio 2011

Sento dunque sono
Sensi e  sensazioni del feto

        
a cura di Carlo Bellieni

Edizioni Cantagalli

Anno: 2011
 
Prezzo : 13,00 €

Sento dunque sono parla con semplicità e immediatezza dello sviluppo della sensorialità fetale; vi hanno contribuito alcuni dei ricercatori internazionali più autorevoli ed esperti in questo campo. Cosa ode il feto nel grembo materno, e cosa apprende dai suoni e dalle voci che sente? Sapevate che le preferenze alimentari si sviluppano prima della nascita? È vero che un feto sente dolore? Queste sono solo alcune delle domande a cui questo libro risponde. Sette capitoli densi e affascinanti scritti da specialisti di tutto il mondo, che vi riveleranno quello che non avreste mai immaginato sulla vita prenatale.

venerdì 1 luglio 2011

LA BELLEZZA DELLA VITA



Da un dibattito in classe
un video pro Vita su Youtube

“Essere madri è una fantastica avventura… Non sprecare questo dono! Per un aiuto rivolgiti senza timore al Centro di aiuto alla vita della tua città”: è questo l’appello che una studentessa lodigiana, Martina Tortora, ha lanciato attraverso You Tube dopo aver assistito ad un dibattito sull’aborto tenutosi nella sua classe. Il video frutto delle sue emozioni è ora visibile all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=-8X9x8qMXSw: volti sorridenti di bimbi si alternano ad immagini di feti ancora in gestazione, portando l’attenzione di chi guarda su un interrogativo semplice, ma sostanziale, ovvero come sia possibile che, in un momento storico in cui la vita animale e vegetale viene tutelata come sacra, ci sia ancora qualcuno che sceglie scientemente di spegnere il cuore di un bambino.(C.P)

Tratto da “Avvenire” – 8 aprile 2010 pag. 12

“L’ALTRO” ABORTO CLANDESTINO QUELLO CON LE COMPRESSE ANTIULCERA

di Bruno Mozzanega *

Il Cytotec (misoprostolo) è un farmaco per la terapia dell’ulcera gastrica, ma viene usato in tutto il mondo per indurre l’aborto grazie alla sua capacità di provocare le contrazioni uterine.
Il Cytotec è già usato nei protocolli di Ivg farmacologica in associazione alla RU-486, ma induce l’aborto anche da solo. E’ inoltre disponibile nelle farmacie dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile.
Ad usarlo per l’aborto clandestino sembrano essere le straniere, ma stupirebbe che il “mercato” italiano ignorasse un metodo così “sicuro” sia per la donna che per il medico.

I dati scientifici sono concordi: il sito della Fda (http://www.fda.gov ) ne descrive gli effetti abortivi prima ancora di quelli terapeutici e Pub Med, rassegna delle maggiori riviste internazionali (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed ), segnala 330 articoli sul tema “Misoprostol and first trimester abortion” e 233 su “Misoprostol and second trimester abortion”. Ne emerge un’efficacia superiore al 90% nei primi tre mesi e del 70-80% fino al sesto mese di gravidanza.
La divulgazione del metodo in rete è ampia: siti stranieri spiegano come procurarsi e usare il farmaco (http://www.womenonwaves.org/set-274-en.html ), ma altrettanto esplicito è il sito dei radicali italiani (http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa ).
Nel Congresso del 2006 a Roma (www.fiapac.org ), la Federazione internazionale operatori di aborto e contraccezione ha definito il Cytotec “farmaco salvavita” data la sicurezza per la salute della donna. I delegati italiani erano un migliaio: una rete capillare di operatori in grado di usare il farmaco per indurre l’aborto.
Solo pazienti straniere, però, ne ammettono l’uso. Lasciate sole con la raccomandazione di espletare l’aborto a casa e prive di medici “di fiducia” collegati al Servizio sanitario nazionale, in caso di complicanze si rivolgono all’ospedale e rivelano l’assunzione del Cytotec.
E le italiane? E’ improbabile che il medico italiano che pratica l’aborto clandestino ricorra ancora alla tecnica chirurgica che richiede un coinvolgimento diretto, lascia tracce e lo espone al rischio di denuncia, quando invece dispone di metodi che lo tengono al di fuori di tutto.
Gli aborti clandestini – è bene ricordarlo – sono ancora una realtà quantificata in 20mila casi all’anno; ad essi si aggiungono 73mila aborti spontanei, aumentati, rispetto al 1982, di 17mila casi all’anno (Istat, 2008): un incremento medio del 30% che però nelle minorenni sfiora il 70%.

Se questo surplus di aborti spontanei rappresentasse anche solo in parte gli insuccessi (5-10%) del Cytotec ne emergerebbe un sommerso di aborto illegale di dimensioni inimmaginabili a carico soprattutto delle giovanissime, le stesse che già abusano della “pillola del giorno dopo”.
Per ricorrere all’aborto farmacologico clandestino la donna deve trovare un medico “di fiducia” e certamente esiste in Italia una rete di sanitari in grado di assisterla. Dopo la diagnosi di gravidanza, che è un fatto privato grazie ai test reperibili in farmacia, la donna si rivolge al medico prescelto; un’ecografia confermerà la presenza di un embrione vivo.
L’utilizzo del Cytotec sarà autogestito: 4 compresse inserite profondamente in vagina più eventualmente altre 4 il giorno successivo. Il farmaco si ottiene con facilità: ogni medico può prescriverlo, o acquistarlo da sé e fornirlo; una confezione contiene 50 compresse.
Se tutto procederà senza complicanze, il medico resterà disponibile e alla fine, con un’ecografia, accerterà l’assenza di materiale in utero. Di questa gravidanza non resterà traccia. Esce da ogni contabilità. E’ quanto succede in oltre il 90% dei casi.
Nel caso di complicanze, la paziente sarà ricoverata per “aborto spontaneo” e sottoposta a revisione della cavità uterina. La donna italiana, attentamente seguita, non ha motivo di rivelare l’assunzione del farmaco.
I quesiti aperti però sono inquietanti. Il Cytotec è disponibile nelle farmacie. I medici abortisti tacciono: nessuna opposizione ad un aborto ormai libero, autogestito e sicuro. (...)

*Dipartimento di Scienze Ginecologiche e della Riproduzione Umana – Università di Padova


Tratto da  Newsletter nr. 18 di Scienza e Vita