mercoledì 29 giugno 2011

“Telefono Rosso”: consulenza gratuita per le future mamme.

 di Anna Fusina




È lo speciale Servizio Medico gratuito del Centro Studi per la Tutela della Salute della Madre e del Concepito istituito all’Università del Sacro Cuore di Roma. Si chiama “Telefono Rosso” e risponde al numero 06/305.00.77. Il suo scopo è quello di rimuovere dubbi e paure delle gestanti riguardanti complicanze o malformazioni dei loro nascituri.

Fondato presso il Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” nel 1988, “Telefono Rosso” è stato uno dei primi servizi attivi in Italia e, dall’anno 2000, è parte integrante dell’Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica di tale Università.

In diversi casi le donne che chiamano questo servizio sono già indirizzate all’interruzione volontaria della gravidanza, spesso a seguito del consiglio di operatori sanitari poiché spaventate dai possibili fattori di rischio. Nel 99% dei casi, tuttavia, i consulenti di Telefono Rosso non riscontrano l’aumento del rischio riproduttivo medio e tranquillizzano le donne in gravidanza che nell’84% dei casi proseguono così la gravidanza.

Si comprende quindi quanto sia importante diffondere la conoscenza di Telefono Rosso. Vanno informati soprattutto i medici di base, ginecologi e consultori, psichiatri, farmacie, laboratori analisi, studi di radiologia e altri medici specialisti.

Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00 e fornisce consulenze mediche in fase preconcezionale, in gravidanza o durante l’allattamento a chiunque ne faccia richiesta.

In particolare, questo servizio fornisce informazioni circa i rischi materno-fetali in caso di assunzione di farmaci, esposizione a radiazioni ionizzanti, esposizioni professionali, infezioni e patologie materne o per altri problemi in gravidanza. Inoltre, consiglia le terapie farmacologiche più opportune nelle varie fasi della gravidanza o in epoca preconcezionale, suggerendo anche eventuali approfondimenti diagnostici.

La consulenza viene effettuata da Medici Specialisti in Ostetricia e Ginecologia con particolari competenze nel campo della Medicina Prenatale e dell’assistenza alla gravidanza ad alto rischio.

La valutazione del possibile rischio riproduttivo si avvale anche delle banche dati specifiche disponibili a livello internazionale. Telefono Rosso è infatti integrato nella rete dei servizi omologhi europei ed extraeuropei con continuo scambio di informazioni relative soprattutto a problematiche nuove o poco conosciute.

Si effettuano dunque delle vere e proprie consulenze mediche fornendo, in tempi brevi, nell’ambito del colloquio telefonico, informazioni scientifiche precise e corrette.

In una recente intervista, il Dottor Marco De Santis, coordinatore del Telefono Rosso, ha dichiarato che il 7–8% delle donne che chiamano questo servizio si trovano nella fase pre-concezionale, periodo molto  prezioso, perché proprio in questa fase gli operatori possono dare loro consigli importanti. “Abbiamo preso in considerazione un gruppo di 4000 donne – ha detto il dott. De Santis – ed abbiamo trovato, in poco meno della metà di esse, un’esposizione al rischio in fase preconcezionale. Erano infatti donne che assumevano farmaci in parte pericolosi, soprattutto ansiolitici, antidepressivi e antiepilettici, che agiscono sul sistema nervoso centrale. Alle donne che ci chiamano in fase preconcezionale possiamo fornire una buona informazione e  decidere, insieme al loro medico curante, un eventuale cambiamento di terapia”.

Depliants, locandine e manifesti del Telefono Rosso si possono richiedere all’Associazione Gravidanza Felice, di Vallo della Lucania (Salerno) che, senza scopo di lucro, fa conoscere detto servizio, contribuisce al suo finanziamento e permette alle persone interessate di accedere con facilità alla sua consulenza medica altamente specializzata.

Gravidanza felice” si propone inoltre di mettere in condizione il Telefono Rosso di eseguire tutti i “follow up” che ritiene utili, gli esiti delle gravidanze dopo la consulenza, per raccogliere casistiche sempre più numerose e controllate, preziose informazioni per i medici e strumenti di aggiornamento nell’ambito della scelta di terapie farmacologiche da effettuarsi in gravidanza.

Tratto da L'Ottimista www.lottimista.com

Pillola dei 5 giorni dopo, grande inganno culturale

di Raffaella Frullone                                 

Il Consiglio superiore di sanità ha detto sì. L'organo consultivo del ministero della Salute ha espresso un parere favorevole per l’introduzione della “Pillola dei 5 giorni dopo” nel nostro Paese, specificando che non si tratta di un abortivo, ma di un contraccettivo d’emergenza. Se si fosse trattato di un abortivo il farmaco sarebbe dovuto risultare in linea con quanto stabilito dalla legge 194, che regola l’aborto.

Già approvata dall'Ema, l'agenzia europea del farmaco, e in commercio in Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, la pillola agisce dopo il concepimento impedendo l’annidamemento dell’embrione nell’utero.
 
Ma in questo caso, possiamo parlare di contraccettivo? Lo abbiamo chiesto a Bruno Mozzanega, ginecologo alla clinica ostetrica universitaria di Padova e autore di "Da Vita a Vita- Viaggio alla scoperta della riproduzione umana" (Seu editore).

«Certamente no,  per una ragione semplice. L’aborto impedisce ad un individuo concepito di venire alla luce, interrompe una gravidanza in atto. La contraccezione, al contrario, per essere tale deve deve impedire il concepimento e così prevenire la gravidanza. I rapporti che possono portare al concepimento  avvengono nel periodo fertile della donna, vale a dire i 4 o 5 giorni che precedono l’ovulazione. Se c’è un rapporto fertile in questi giorni, magari proprio a ridosso della ovulazione, e il farmaco può essere efficacemente assunto fino a cinque giorni dopo, è evidente che il suo effetto si palesa dopo il concepimento. In questo modo impedisce che un essere umano già concepito si annidi in utero e possa vivere».

Dunque come è possibile che un organo ministeriale lo cataloghi come «contraccettivo»?
«Si tratta di un inganno culturale. Il mondo scientifico, tramite alcune delle sue associazioni più rappresentative, pretende di stabilire che la gravidanza inizi solamente dopo l’impianto, ma come è facile intuire la vita inizia prima. La legge 405 del 1975, che istituisce i consultori familiari e definisce i contorni della procreazione responsabile, la finalizza alla tutela della donna e del prodotto del concepimento, il concepito che emerge dall’incontro di uovo e spermatozoo e che in quel preciso istante inizia a vivere. Siamo in presenza di un tentativo di svalutare la vita dell’embrione prima del suo impianto e di consentirne l’eliminazione facendo rientrare il tutto nell’ambito della “contraccezione” ».

In realtà, qualora il farmaco dovesse essere adottato, sarà somministrato soltanto dopo che la donna avrà effettuato un test di gravidanza. E il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ha definito questa procedura «un paletto importante»…

«Questo rende ancora più palese la contraddizione. Mi spiego. Innanzitutto dobbiamo chiarire che il test di gravidanza è in grado di rilevare una gestazione in atto grazie all’hCG ossia la gonatropina prodotta dall’embrione al fine di mantenere nell’utero le condizioni indispensabili al proprio sviluppo, ma essa si rileva solo 7-8 giorni dopo il concepimento, non certo nei 5 giorni successivi ad un rapporto potenzialmente fertile. Dunque non siamo in presenza di nessun paletto. Credo che il sottosegretario Roccella tema piuttosto il rischio che molte donne ricorrano a ellaOne come sostitutivo della RU486, con la quale condivide molte affinità di azione, e dunque a gravidanza già diagnosticata. Produrre il test dovrebbe scongiurare questo abuso, ma nulla vieta alla donna di attendere prima di assumerla, o di farsene una riserva da utilizzare al bisogno. D’altra parte,  questo non fa che confermare che siamo in presenza di un farmaco in grado di determinare l’aborto».

Il presidente emerito del Pontificio Consiglio per la vita, mons. Elio Sgreccia, ha parlato di «aborto dalla raffinata malizia»…

« E io lo ribadisco, si tratta di un grande inganno culturale. Mi preoccupa certamente che le ragazzine o le donne assumano questa pillola, ma ancora più grave è che le stesse vengano indotte ad usarla, tranquillizzate da una informazione artatamente falsa, senza sapere. E’ evidente che si tratta di un inganno perché il concepito è vivo. I morti non vanno da nessuna parte, e certo non si annidano in nessun utero».

Tratto da La Bussola Quotidiana

“PILLOLA DEL GIORNO DOPO”: CONTRACCETTIVA O ABORTIVA?

a cura di Bruno Mozzanega*



CHE COS’È LA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”?
COME FUNZIONA?

Norlevo® e Levonelle® sono pillole che contengono alte dosi di
Levonorgestrel (LNG), un progestinico sintetico. Vengono assunte
come “contraccettivo di emergenza” entro 72 ore da un rapporto
sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo mestruale.
Nell’ottobre 2008 e nel marzo 2011 la FIGO (Federazione
Internazionale di Ginecologia e Ostetricia) ha prodotto un
documento in cui si afferma che il LNG previene o ritarda
l’ovulazione e non interferisce con l’impianto (Link).

QUINDI IL LNG IMPEDISCE IL CONCEPIMENTO?

In realtà la casistica citata è limitata e non permette conclusioni di
sorta (142 donne da sei studi diversi e con trattamenti diversi).
Peraltro, la maggioranza di queste donne ovula.
L’ovulazione è posticipata, nell’80% dei casi, solo quando il LNG
è assunto nel primo dei giorni fertili (Contraception: 2001,64:227;
2001,63:123; 2007,75:372) e quindi inutilmente, dato che un
rapporto risalente fino a tre giorni prima si è verificato in un
giorno non ancora fertile.

E SE IL LNG È ASSUNTO IN PIENO PERIODO
FERTILE?

In questo caso la donna generalmente ovula, ma il corpo luteo,
quella ghiandola transitoria che produce il progesterone e prepara
l’utero alla gravidanza, risulta inadeguato. Il concepito non potrà
annidarsi. La trasformazione del follicolo in corpo luteo ottimale,
che avviene dopo la liberazione dell’uovo, è preparata infatti,
proprio nei giorni fertili, dagli ormoni estrogeni presenti in
quantità elevata: essi dotano tutte le cellule di recettori per
l’ormone luteinizzante che presiede alla formazione del corpo
luteo stesso. Se proprio nei giorni fertili la donna assume alte dosi
di progestinico, che limita sensibilmente l’azione degli estrogeni,
avremo un corpo luteo di scarsa qualità (Contraception
2005,71:451).

E SE IL LNG È ASSUNTO IN CORRISPONDENZA
DELL’OVULAZIONE O DOPO?

La donna ovula, ma l’endometrio è frequentemente asincrono: il
colloquio biologico fra concepito e tessuti materni non avverrà in
modo appropriato e l’annidamento sarà compromesso.

QUINDI IL LNG IMPEDISCE L’IMPIANTO?

Si, quando è assunto in periodo fertile. La FIGO, per sostenere
il contrario, si rifà a studi nei quali LNG non ha impedito, in
vitro, l’annidamento di embrioni su endometrio recettivo
prelevato nel quinto giorno della fase luteale da donne non
trattate con ormoni (Hum Reprod 2007,22:3031). E’ come se
una donna avesse assunto il LNG cinque giorni dopo aver
concepito: il progestinico favorisce l’impianto, ma non sono
questi i giorni in cui si assume questa pillola.
L’endometrio avrebbe dovuto essere prelevato da donne
trattate con il LNG nei giorni fertili, quelli in cui il rapporto è
potenzialmente fertile (Gynecol Endocrinol 2011,27:439).

IL MEDICO È OBBLIGATO A PRESCRIVERE LA
PILLOLA DEL GIORNO DOPO? LA DONNA NE HA
DIRITTO?

No. Il Medico può avvalersi della “clausola di coscienza”, che
lo esime da prestazioni che contrastino con la sua coscienza.
Proprio in virtù del possibile effetto anti-impianto, anche il
Comitato Nazionale di Bioetica (Nota 28/05/2004) gliene
riconosce la facoltà. Credo anzi che la somministrazione di
LNG dovrebbe essere vietata finché non si dimostri che
previene il concepimento. Infatti, la Legge 405/75, che
definisce la procreazione responsabile, la finalizza alla tutela
della salute della donna e del prodotto del concepimento: il
concepito. Unica eccezione è l’aborto volontario, a gravidanza
diagnosticata. Non esiste il diritto di impedire l’annidamento.


* Ginecologo,
Ricercatore della Clinica Ginecologica
e Ostetrica dell'Università di Padova

BIOFILES n°5 tratto da Scienza & Vita