di Anna Fusina
Durante
la seduta n.154 del 17 gennaio scorso, nell'ambito dello svolgimento
delle interpellanze parlamentari urgenti, è stata presa in esame
l'interpellanza
presentata dall'On. Gianluigi Gigli relativamente alla “Compatibilità
con il quadro normativo costituzionale ed internazionale del
documento «Strategia
nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni
basate sull'orientamento sessuale e
sull'identità
di genere» adottato
dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, e delle connesse
iniziative
poste in essere dal Ministero dell'istruzione, dell'università e
della ricerca” (n. 2-00369).
Gianluigi
Gigli, dopo essersi dichiarato insoddisfatto della risposta fornita
dal Sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca, Dr.
Marco Rossi-Doria, ai quesiti posti dalla sua interpellanza, ha
affermato che oggi “sta sviluppandosi sotto i nostri occhi
un'azione a tenaglia per imporre all'opinione pubblica di questo
Paese l'ideologia del gender, un'ideologia che da un lato mira a
introdurre una sorta di reato di opinione per tenere buona poi
l'opinione pubblica, ma dall'altro si avvale di strumenti persuasivi
– e anche di persuasione, per così dire, molto invogliante – che
mirano a produrre lo stesso identico effetto: la diffusione
dell'ideologia del gender.”
Ha
spiegato poi come l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
(U.N.A.R.), all'interno delle sue pubblicazioni che il Ministero in
qualche modo poi traduce e sponsorizza nel mondo della scuola,
ritenga che «gli incitamenti all'odio e alla discriminazione
occupano ancora uno spazio rilevante nelle dichiarazioni provenienti
da autorità pubbliche e rappresentanti delle istituzioni politiche
ed ecclesiastiche, e sono veicolate costantemente dai giornali
italiani» e ci informi poi che non è solo l'insulto oppure la
discriminazione reale a segnalare l'odio: è anche l'”incitamento
all'odio” attraverso la propaganda di idee o di messaggi o
attraverso la negazione o il ridimensionamento di fatti o eventi
storici, se è finalizzato a gettare discredito.
Occorre
dunque stare attenti a ciò che si dice: si potrebbe essere tacciati
di odio sebbene non se ne avesse la benché minima intenzione.
L'On.
Gigli ha affermato che l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni
razziali pubblica, valorizza e diffonde slogan come quello secondo
cui «il matrimonio non esiste in natura, mentre in natura esiste
l'omosessualità, persino nel mondo animale», per cui secondo
l'U.N.A.R. non sarebbe corretto a questo punto parlare di famiglia
tradizionale, intesa come famiglia naturale, mentre, secondo lo
stesso ente, si può e si deve parlare di matrimoni, riferiti alle
convivenze omosessuali.
“Appoggiandosi
poi sulla Corte europea dei diritti dell'uomo – ha dichiarato
Gianluigi Gigli - l'UNAR propaganda il diritto degli omosessuali ad
essere genitori, arrivando a spacciare per studi scientifici delle
dichiarazioni di società professionali come l’American
psychoanalytic association e l’American academy of pediatrics, che
come è normale – vengono adottate a maggioranza non per esigenze
di natura scientifica, ma per esigenze di natura ideologica che nulla
hanno a che fare con la ricerca scientifica”.
Ha
evidenziato inoltre come l'UNAR si sia poi preoccupato di sostenere
il politically correct anche condizionando i giornali attraverso
l'organizzazione di una serie di seminari per spiegare ai giornalisti
“come devono parlare”, tenendo quindi per questi ultimi dei veri
e propri corsi di rieducazione. Ne cita un esempio: “quando due
omosessuali maschi pretendono di avere figli, possono farlo a questo
mondo solo attraverso l'adozione, lì dove permessa, oppure –
forzando le leggi della natura – ricorrendo alla fecondazione
artificiale. Anche questa, tuttavia, non ha bisogno solo di una
donatrice di ovuli, ma anche di un utero in affitto.”
Il
termine «utero in affitto», dice Gigli - “era un tempo
accettabile anche per il movimento femminista che rifiutava
giustamente una concezione della donna come incubatrice per conto
terzi. Questa terminologia inoltre suonava come condanna per
l'implicito sfruttamento della donna il cui utero diventava oggetto
della locazione. Oggi per il pensiero unico le stesse pratiche
debbono essere rivalutate e ridefinite in modo politically correct.
Pertanto, secondo l'UNAR – così dice ai giornalisti –, non si
può parlare di utero in affitto, terminologia fortemente
sconsigliata, ma piuttosto di gestazione di sostegno oppure di
gestazione per altri. In tal modo, da sfruttamento neocoloniale delle
donne dei Paesi in via di sviluppo l'utero in affitto si trasforma
per il linguaggio politically correct in un gesto di puro altruismo.”
Oggi,
secondo Gianluigi Gigli, il Dipartimento delle pari opportunità,
attraverso l'UNAR, si sta trasformando lentamente, riguardo
all'ideologia del gender, in una sorta di nuovo Minculpop, il
Ministero della cultura popolare del regime fascista e nel programma
di rieducazione dei giornalisti il Minculpop dell'U.N.A.R. manifesta
chiaramente il suo pensiero quando parla del contraddittorio.
“Alla
voce «contraddittorio» infatti – ricorda l'Onorevole, citando
testualmente l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali -
l'U.N.A.R. sostiene che quando si parla di tematiche LGBT, è
frequente che giornali e televisioni istituiscano un contraddittorio:
se c’è chi difende i diritti delle persone LGBT si dovrà dare
voce anche a chi è contrario.“ Ma ciò non è affatto ovvio.
Ne
è la dimostrazione il modo stesso in cui è stato costruito il
documento “Strategia
nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni
basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere»
per il quale – come riportato nell'interpellanza – sono state consultate e riportate in elenco 29 associazioni LGBT e nessuna associazione delle famiglie.
per il quale – come riportato nell'interpellanza – sono state consultate e riportate in elenco 29 associazioni LGBT e nessuna associazione delle famiglie.
“Siamo
di fronte a quello che si chiama, secondo il Papa, «pensiero unico
del progressismo adolescenziale» - ha detto Gigli, ricordando poi
che il Papa “è arrivato ad ammonirci di non cercare la normalità
– potremmo
dire l'omologazione – sentendo le parole della moda“.
Ha
manifestato poi al Sottosegretario per l'istruzione, l'università e
la ricerca, Dr. Marco Rossi-Doria il suo fondato timore che questo
pensiero unico, il contrario del pensiero critico che la scuola
dovrebbe promuovere, stia penetrando anche nella scuola e stia
espropriando lentamente il ruolo educativo delle famiglie.
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