mercoledì 17 luglio 2013

Se la tecnoscienza ci sorpassa senza che ce ne accorgiamo

di Andrea Zambrano
REGGIO - Siamo così abituati a considerare le tecnoscienze lo strumento del nostro futuro che queste ci sorpassano, ma mentre mettono la freccia neanche ce ne accorgiamo. Negli Stati Uniti è stata a messa a punto una tecnica non invasiva attraverso la quale con il semplice prelievo del sangue materno si possono scoprire eventuali anomalie cromosomiche del nascituro. La nuova metodica, che è destinata a soppiantare le ben più invasive amniocentesi o analisi dei villi coriali, è testata anche a Reggio dove molto presto si potrà effettuare l'esame. 
La notizia, data con risalto da un quotidiano locale, è effettivamente di una portata notevole. Tutto ciò che va a vantaggio della ricerca scientifica e della salute della donna in gravidanza non può che rappresentare un passo avanti per la civiltà. Ma, e qui veniamo alla freccia di prima, in questo entusiasmo tecnoscientifico rischiamo di perdere qualcosa. L'esame infatti permette di scoprire con una percentuale bassissima di fallimento le anomalie genetiche del feto, come la Trisomia 21 (sindrome di Down) e la Trisomia 18 (sindrome di Edwards). 
Lo scopo è dunque quello che sempre più donne si sottopongano all'esame in sicurezza per scoprire se il loro figlio sarà sano. Un futuro felice e armonioso per tutti. Che rischia però di nascondere il suo lato B. Più sono gli esami, maggiore è la probabilità che in caso di risposta positiva, la donna decida di abortire il feto. Non si può certo incolpare la ricerca scientifica di questo, anche perchè questa tende a progredire sempre per il bene dell'uomo, è l'uomo che decide come e dove incanalarla. Per questo, se da un lato un test non invasivo e attendibile rappresenta una vittoria della scienza, dall'altro è il fine che ne fa l'uomo a interrogarci. A che cosa serve il semplice scoprire le anomalie del feto se non si può intervenire per curarle o modificarne il corso? La risposta è legata alla facilità con la quale ormai l'aborto è considerato non solo dalle leggi degli Stati, ma ormai da tanta parte dell'opinione pubblica, un fatto normale, in alcuni casi sacrosanto. Che normale e sacrosanto però non è. Per questo quando una scoperta scientifica ci fa sobbalzare di gioia, il primo quesito da porsi è sempre lo stesso: cui prodest? A chi giova tutto ciò? All'uomo, certo. Anche a quello indifeso nel grembo materno?

da Prima Pagina
Fonte: http://zambrano-andrea.blogspot.it

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