La Voce di Rovigo del 08-07-2013
ROVIGO. A Rovigo almeno un bimbo all’anno nasce con un difetto
all’udito grave o profondo, lo dicono i dati dell’Ulss 18. Una di questi
è una vivacissima bambina, che ha tutto da scoprire e che ha tanta
voglia di farlo. Sorda al 100%, ha avuto l’immensa fortuna che i medici
scoprissero la sua disabilità in tempo e curassero sin dai primi mesi
d’infanzia. Con il risultato che Angela Bergo, a cinque anni e mezzo, ci
sente benissimo, parla benissimo e comincia anche a scrivere. “Da
questo settembre - raccontano i suoi genitori Arianna e Alessio,
originari di Lendinara - comincerà la prima elementare. Non abbiamo mai
avuto problemi di integrazione con gli altri bambini e maestre. Ora,
ovviamente, vorremmo spiegare a tutti che i bimbi sordi possono seguire
tranquillamente il percorso di alfabetizzazione degli altri coetanei.
Finora non ha mai avuto bisogno di maestre di sostegno”. La storia di
Angela comincia nel 2007, quando partorisce a Trecenta: “La gravidanza è
andata benissimo - racconta Arianna - Ma appena è nata le hanno fatto
uno screening uditivo, fortunatamente dal 2006 li facevano di routine. A
tre mesi, dunque, le è stata diagnosticata una sordità al 100%, perché
io e mio marito siamo portatori sani di un gene modificato, la
connessina. Siamo stati davvero fortunati a trovare le persone giuste al
momento giusto”. Già, perché se non avesse messo subito le prime
protesi, la piccola avrebbe perso i suoni dell’esterno, la voce della
mamma e del papà e anche i primi stimoli che aiutano a riprodurre i
primi versi e in seguito le parole. Rischiava quindi di rimanere anche
muta. “Invece sin da subito siamo stati seguiti da un pool fantastico -
implicitamente ringraziano Arianna e Alessio -. Ci hanno dirottati a
Padova perché c’è uno dei migliori centri specializzati in sordità. Ma i
controlli e la logopedia li abbiamo sempre fatti all’ospedale di
Rovigo. Che per noi è una seconda casa. Noi siamo stati seguiti dalla
dottoressa Elisa Varotto, un angelo. Ma è stato utile anche il foniatra,
che ti consiglia per il meglio e ci sono gli audiometristi disponibili
per qualsiasi problema. La struttura è stata fondamentale”. “Quando
andiamo da Elisa?”, si inserisce nel frattempo Angela che non la smette
di chiacchierare, mentre mostra i suoi progressi in danza artistica con
una bella ruota. Due protesi trasparenti le circondano le orecchie e
saranno la sua invisibile stampella a vita. La piccola le giustifica
così: “Come mia mamma, che ha l’apparecchio!”. “Ma ben vengano -
sorridono i genitori - all’inizio è stata dura da accettare, ma adesso
che vediamo i risultati, siamo felici. A settembre Angela frequenterà la
prima elementare alla Baccari di Lendinara. Mi spiacerebbe se
tagliassero i servizi dell’ospedale di Rovigo. I bambini hanno tanto
bisogno di essere seguiti”. Il rischio che Angela avrebbe corso, come
tutte le persone sorde, è di non essere aiutata in tempo e quindi di non
imparare a parlare, ingabbiata in una sola lingua, quella del silenzio.
“Dopo il primo anno di vita non si recuperano più. E’ importante perché
l’udito attiva molte aree del cervello che altrimenti rimangono
irrimediabilmente compromesse”, spiega Alessio. Invece, ora al massimo
la sordità è un’ottima arma per la bimba, quando non vuole sentire: “Se
non la pianti mi levo le protesi, mi minaccia ogni tanto”, scherza la
mamma.
Fonte: Press-IN anno V / n. 1547
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