di Anna Fusina
E’ online, sul sito della prestigiosa rivista
internazionale Trends in Pharmacological
Sciences (http://www.cell.com/trends/pharmacological-sciences//retrieve/pii/S0165614713000370?_returnURL=http://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0165614713000370?showall=true)
l’articolo: “Ulipristal acetate in
emergency contraception: mechanism of action”. Gli autori, i Ginecologi padovani
Bruno Mozzanega, Erich Cosmi e Giovanni Battista Nardelli, Direttore
quest’ultimo della Clinica Ginecologica dell’Università, discutono il
meccanismo d’azione di Ulipristal Acetato (UPA), commercializzato come ellaOne
per la contraccezione di emergenza (CE).
Ogni compressa di ellaOne contiene UPA
micronizzato 30 mg (equivalente a UPA non micronizzato 50 mg) ed è efficace
fino a 120 ore dal rapporto non protetto.
I produttori – riferiscono gli autori -
sostengono che UPA agisca ritardando l’ovulazione ed escludono qualsiasi
interferenza con l’impianto dell’embrione. Essi basano le loro conclusioni su quattro studi
sperimentali che valutano gli effetti di UPA sull’ovulazione e sull’endometrio
umano e queste conclusioni vengono
integralmente recepite dalle più autorevoli agenzie del farmaco
internazionali. La FDA statunitense si limita ad aggiungere che alterazioni dell’endometrio
potrebbero contribuire all’efficacia di UPA, mentre l’EMA (European Medicines Agency) menziona solamente il posticipo dell’ovulazione.
Le più importanti società scientifiche e molte reviews si rimettono completamente
a queste conclusioni e ripetono che ellaOne, somministrato immediatamente prima
dell’ovulazione, ritarda significativamente la rottura del follicolo.
I tre medici padovani, tuttavia, esaminando
in modo approfondito i medesimi
articoli, mettono in discussione le conclusioni di cui sopra, sia riguardo agli
effetti sull’ovulazione sia riguardo a quelli sull’endometrio:
-
EllaOne
e ovulazione
Un
solo studio (Brache. Hum Reprod 2010;25:2256) valuta
gli effetti di UPA nel periodo fertile: in esso si afferma che UPA può
ritardare la rottura del follicolo anche se somministrato immediatamente prima
dell’ovulazione, un dato che viene enfatizzato nel titolo. In questo studio si
rileva che gli effetti di UPA sono fortemente dipendenti dai livelli
dell’ormone luteinizzante (LH) al momento della somministrazione del farmaco:
prima dell’inizio della crescita di LH, la capacità di UPA di ritardare
l’ovulazione era del 100%; dopo l’inizio ma prima del picco di LH, essa
scendeva al 78.6%, mentre dopo il picco cadeva all’8.3%.
Inoltre, nel riportare l’intervallo fra
la somministrazione di UPA e la rottura del follicolo, la Brache riporta letteralmente che “quando UPA veniva dato al momento del picco
di LH, la distanza temporale fra l’assunzione del farmaco e l’ovulazione era
simile a quella osservata col placebo (1.54
± 0.52 versus 1.31 ± 0.48)”. Secondo gli studiosi padovani, questo dato
indica con chiarezza che sia il placebo sia l’Ulipristal sono ugualmente
inefficaci quando vengono somministrati circa due giorni prima dell’ovulazione;
il che è l’opposto di quanto affermato dalla Brache nelle sue conclusioni.
Poiché i giorni fertili sono i 4-5
precedenti l’ovulazione più il giorno stesso dell’ovulazione, i Ginecologi
padovani concludono che UPA è in grado di ritardare l’ovulazione soltanto se
viene assunto nei primi giorni fertili, mentre nei giorni più fertili (il
pre-ovulatorio e i due giorni intorno a esso), UPA si comporta come un placebo.
Nonostante questi limiti evidenti, tuttavia,
l’efficacia di UPA nel prevenire le gravidanze è molto alta (≥80%) e non
diminuisce, in qualunque dei cinque giorni successivi al rapporto non protetto
esso venga assunto. Questo è sorprendente – a detta degli studiosi padovani - se
si pretende di affermare che l’efficacia di UPA sia dovuta alla sua azione
anti-ovulatoria, la quale decresce con l’avvicinarsi dell’LH al suo picco: l’efficacia
dovrebbe progressivamente ridursi col trascorrere dei giorni e l’avvicinarsi
dell’ovulazione.
D’altra parte, - si chiedono - come potrebbe
mai UPA, se assunto dopo l’ovulazione, ritardare una rottura del follicolo che
può anche essere avvenuta fino a quattro giorni prima? (è il
caso di un rapporto nel giorno pre-ovulatorio con assunzione del farmaco 5
giorni dopo). Tutto questo suggerisce che l’efficacia di ellaOne si basi su
altri meccanismi, in particolare sui suoi effetti endometriali.
-
EllaOne
e l’endometrio
Bruno Mozzanega e i suoi co-Autori
riportano, a questo proposito, che gli studi sperimentali concludono che la quantità
di UPA necessaria per modificare la morfologia endometriale è più bassa di
quella richiesta per alterare la crescita dei follicoli. L’effetto inibitorio
dell’UPA si esplica direttamente sul tessuto endometriale attraverso
l’inibizione dei recettori per il progesterone e si osserva anche dopo una
singola somministrazione della sua dose più bassa.
Lo studio prosegue con l’analisi dei tre
articoli che riportano gli effetti di Ulipristal sull’endometrio:
Quando UPA non micronizzato (1-100 mg)
viene somministrato nella fase medio-follicolare, una fase che precede il
periodo fertile, tutte le dosi inibiscono la maturazione luteale
dell’endometrio in egual modo
(Stratton. Hum Reprod 2000;15:1092). L’ovulazione viene certamente posticipata,
ma il periodo fertile non è ancora iniziato. L’effetto inibitorio
sull’endometrio dura a lungo: si osserva anche nelle fasi luteali fortemente
ritardate che seguono la rottura di un nuovo follicolo dominante e persiste
fino al flusso mestruale successivo. Questo significa che tutti i rapporti non
protetti che si verificassero in quel ciclo dopo l’assunzione di Ulipristal
potrebbero portare al concepimento, ma senza alcuna possibilità di annidamento.
Se UPA non micronizzato (10-100 mg)
viene somministrato nella fase luteale iniziale, si osserva sempre una
riduzione dello spessore endometriale, senza variazioni nei livelli luteali di
estrogeni e progesterone
(Stratton. Fertil Steril 2010;93:2035). Inoltre, le dosi più alte, 50 mg
– equivalente a ellaOne – e 100 mg, inibiscono significativamente l’espressione
endometriale (legata al progesterone) di quelle sostanze che indicano che l’endometrio è pronto per l’annidamento: le
“node-addressine” periferiche appaiono significativamente diminuite, e questo
si associa a fallimento dell’impianto. Le cellule del trofoblasto (cioè le
cellule periferiche dell’embrione attraverso le quali lo stesso si nutrirà), infatti, iniziano
l’annidamento legandosi con le proprie
L-selectine alle addressine dell’endometrio.
Quando, infine, UPA non micronizzato
viene somministrato nella fase medio-luteale, a singole dosi da 1 a 200 mg, le
dosi più alte inducono costantemente un sanguinamento endometriale anticipato.
Questo effetto si osserva anche nel 50% delle donne trattate con 50 mg, la dose
equivalente a ellaOne
(Passaro. Hum Reprod 2003;18:1820).
Tutte queste osservazioni – affermano Mozzanega
e co-Autori – evidenziano che gli effetti endometriali di Ulipristal possono
interferire con l’annidamento dell’embrione e che l’elevata efficacia di
ellaOne nella contraccezione d’emergenza probabilmente è dovuta a questi
effetti endometriali, piuttosto che a effetti anti-ovulatori.
E’ esattamente il contrario di quanto divulgano
l’OMS, le maggiori agenzie internazionali del farmaco e le più rappresentative
società scientifiche: esse infatti sostengono che ellaOne sia antiovulatorio e
quindi prevenga il concepimento, mentre invece i dati scientifici indicano un
meccanismo d’azione prevalentemente post-concezionale e di contrasto
all’annidamento.
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