di Anna Fusina
Nella
seduta n. 176
del 19 febbraio scorso gli On. Gianluigi Gigli e Mario Sberna hanno
presentato un'interpellanza (n. 2-00414)
al
Presidente del Consiglio relativamente alla pubblicazione dei tre
opuscoli dal titolo “Educare
alla diversità a scuola”,
prodotti a cura dell’Istituto Bech e dell’UNAR, ufficio afferente
al Dipartimento Pari Opportunità dipendente dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
Gli
Onorevoli interpellanti sottolineano come il contenuto dei suddetti
opuscoli, pubblicati sotto l’egida e con il logo della “Presidenza
del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità”,
si proponga esplicitamente di “rendere
le scuole più aperte e accettanti, scuole delle pari opportunità,
che consentano e favoriscano lo sviluppo sano di tutti i ragazzi,
indipendentemente dal loro orientamento sessuale; di fornire agli
insegnanti gli strumenti per approfondire le varie tematiche legate
all’omosessualità, così da diventare essi stessi educatori
dell’omofobia”.
In
realtà però, affermano Gigli e Sberna, “le
”Pari Opportunità”, secondo gli autori dei tre volumetti,
consisterebbero nell’insegnare a tutti gli alunni, dalle elementari
alle superiori, che la famiglia padre-madre-figli è solo uno
«stereotipo da pubblicità», che i due generi maschio e femmina
sono un’astrazione, che leggere romanzi in cui i protagonisti sono
eterosessuali è una violenza, che la religiosità è un disvalore,
arrivando al ridicolo di censurare le favole in quanto appiattite
sulla presentazione di solo due sessi e non già di sei generi o a
proporre problemi di matematica che partono da situazioni in cui
operano nuovi modelli di famiglie omosessuali”.
I
tre opuscoli suddetti, a parere degli Onorevoli interpellanti, si
collocano in continuità con precedenti iniziative rieducative dello
stesso UNAR, dirette ai professionisti dell’informazione, al
personale della scuola e agli studenti di ogni ordine e grado (già
segnalate con una precedente interpellanza
degli stessi onorevoli interroganti rivolta al Ministro
dell’Istruzione, depositata in data 14/01/14, alla quale aveva dato
risposta il sottosegretario Marco Rossi Doria in data 17/01/14) che
scavalcano deliberatamente la libertà e le scelte educative delle
famiglie dei ragazzi.
Gli
On. Gigli e Sberna rilevano che “di
fronte alle proteste e alla richieste di spiegazioni,
il Ministero dell’Istruzione ha
sostenuto di non sapere nulla dell’iniziativa dell’UNAR e, in
particolare, di non aver richiesto e in alcun modo approvato la
produzione del materiale didattico predisposto dall’UNAR” e
che il sottosegretario del MIUR Gabriele Toccafondi “ha
dichiarato in data 15 febbraio 2014 che "il fatto che gli
opuscoli sulla diversità siano stati redatti dall'UNAR e diffusi
nelle scuole senza l'approvazione del Dipartimento Pari Opportunità
da cui dipende, e senza
che
il ministero dell'Istruzione ne sapesse niente, è una cosa grave”,
aggiungendo che “l'UNAR sembra voler imporre un'impronta culturale
a senso unico destando preoccupazione e confusione su tutto il
sistema educativo.” e che “una materia così delicata richiede
particolare attenzione ai contenuti e al linguaggio utilizzati, a
maggior ragione visto che si rivolge a ragazzi di tutte le fasce di
età".
Gli
Onorevoli interroganti evidenziano come il Vice Ministro Maria
Cecilia Guerra, titolare della delega per le Pari Opportunità abbia
decisamente
smentito la paternità dell’iniziativa, affermando di ignorarne
addirittura l’esistenza ed abbia stigmatizzato il comportamento del
Direttore dell’UNAR, Marco De Giorgi (oggetto fra l'altro di una
“nota formale di demerito” da parte del Dipartimento delle Pari
Opportunità, per aver diffuso materiale mai prima approvato e
addirittura sconosciuto a chi di dovere), criticando la decisione
presa da quest'ultimo in totale autonomia e giudicando “non
accettabile che materiale dibattito su questi argomenti sia diffuso
dagli insegnanti da un Ufficio del Dipartimento Pari Opportunità
senza alcun confronto con il Miur”.
Per tutti
i suddetti motivi gli interpellanti Gianluigi Gigli e Mario Sberna
chiedono al Presidente del Consiglio:
“quali
iniziative pensi di intraprendere per rispondere all’allarme
educativo creato in molte famiglie dalle iniziative dell’UNAR;
in che
modo intenda muoversi per ricondurre l’UNAR ai suoi compiti
istituzionali evitando per il futuro che tale ufficio possa occuparsi
di rieducare gli Italiani e in particolare gli studenti al
politically correct del pensiero unico delle associazioni LGBT;
se
ritenga
opportuno sostituire
urgentemente il Direttore dell’UNAR, responsabile di abuso di
delega e di essersi sostituito all’autorità politica in iniziative
che coinvolgono aspetti
molto rilevanti della vita sociale e ambiti molto delicati del
processo educativo delle giovani generazioni;
chi
abbia autorizzato la spesa di fondi europei generata dalle iniziative
del predetto Direttore
dell’UNAR
e, nel caso essa non fosse stata autorizzata, se non ritenga che lo
stesso funzionario debba essere considerato responsabile della spesa
non giustificata e come tale tenuto a risarcirla;
se non
intenda risolvere immediatamente il contratto con l’Istituto Bach,
in essere dal 2012 per evidente uso a fini ideologici del rapporto
con la Pubblica Amministrazione.”
Fonte:
vitanascente.blogspot.it
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