AGENPARL) - Roma, 5 nov - Sindrome di Down, anche detta Trisomia 21: i
casi in Italia sono circa 38.000 e attualmente un bambino su 1.200 ne
nasce affetto. Le anomalie cromosomiche interessano circa il 9% di tutti
i concepimenti, ma solo lo 0,6% ne presenta una alla nascita a causa
dell'altissimo tasso di aborti spontanei. La fotografia è scattata
dall'IRCSS San Raffaele Pisana di Roma, il cui Dipartimento di Scienze
delle Disabilità Congenite ed Evolutive, Motorie e Sensoriali promuove
l'8 e 9 novembre a Roma un “Congresso internazionale sulla Sindrome di
Down” presso la Domus Mariae
di Palazzo Carpegna in Via Aurelia 481. Un appuntamento realizzato in
collaborazione con l'International Association for the Scientific Study
of Intellectual Disabilities (Iassid). Un focus sulla sindrome,
dall’approccio riabilitativo a quello educazionale. Una due giorni per
discutere, approfondire, valutare ed informare. Cambiare il modo di
considerare la sindrome di Down: questo l’obiettivo del convegno
capitolino, che, spiega il Prof. Giorgio Albertini, direttore del
Dipartimento di Scienze delle Disabilita' Congenite ed Evolutive,
Motorie e Sensoriali dell’Istituto, “muove da due aspetti fondamentali
della ricerca internazionale. Da un lato occorre non considerare più
solo il bambino nella prospettiva del suo diventare adolescente, adulto
e, oggi, anche anziano, e dall’altro bisogna avvicinarsi allo sviluppo
con una mentalità multidimensionale”. “E’ come osservare una persona
sotto i suoi molteplici aspetti: l’aspetto biomedico, l’aspetto dello
sviluppo motorio, l’azione comunicativo-linguistica, lo sviluppo
cognitivo (che non è soltanto l’intelligenza in generale ma comprende
anche le funzioni neuro psicologiche di base) così come la salute
mentale. Altro obiettivo», precisa Albertini, «è quello di abbattere i
luoghi comuni: ogni bambino down nasce con un suo patrimonio neuronale,
ed è immerso nell’ambiente della sua famiglia, della scuola, del
percorso riabilitativo, dell’integrazione sociale: tutti questi elementi
contribuiranno a renderlo un individuo unico e irripetibile. Si tratta
quindi di uscire, per così dire, dalla profezia per entrare nella logica
della scoperta”. “Verrà infatti analizzato il rapporto tra cervello
(inteso come genetica) e ambiente, tenendo conto che il cervello
dell’uomo è programmato geneticamente per la plasticità, cioè per
lasciarsi condizionare positivamente o negativamente dal contesto in cui
si trova. Quindi in questo campo l’ambiente è quasi più importante dei
supporti farmacologici”.”Nonostante il lavoro delle associazioni
internazionali e delle associazioni italiane dei genitori», conclude
Albertini, «purtroppo la prospettiva dell’integrazione lavorativa, o lo
sviluppo delle case famiglia sono aspetti che vengono portati avanti più
con la volontà delle associazioni che con il supporto delle
istituzioni. In questo convegno vogliamo anche sottolineare l’importanza
della ricerca non soltanto in campo biomedico ma anche nel campo
riabilitativo, in modo da ridurre il gap tra le conoscenze teoriche e
gli spazi applicativi”. Interverranno ospiti di fama internazionale, tra
cui Karen Watchman (University of West Of Scotland); Ariel Tenenbaum
(Direttore del Down Syndrome National Center, Hadassah University
Medical Center, Jerusalem, Israel); Mary C. Hogan (National Task Group
on Intellectual Disabilities and Dementia Practices).
Scritto da
aldri/com
Fonte:agenparl.it
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