di Franco Olearo
Il
Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca, assieme al
Dipartimento Pari Opportunità e all’Istituto Statale Amerigo Vespucci
hanno reso disponibile
un opuscolo
che presenta il suo piano 2013-2014 per l’organizzazione nelle scuole
di interventi contro la discriminazione dell’orientamento sessuale e
dell’identità di genere.
L’opuscolo, dopo aver ricordato che è stata istituita per il 17
maggio la Giornata Mondiale contro l’omofobia e la trasfobia, intende
promuovere una specifica azione educativa che si concentri su tre
direttrici:
- educazione all’affettività e alla sessualità;
- contrasto al bullismo omofobico;- coinvolgimento degli “adulti di riferimento”
L’ambiente scolastico viene considerato prioritario perché secondo le
statistiche disponibili l’età prevalente in cui le persone dichiarano
di essersi accorti della loro omosessualità oscilla fra gli undici e i
quindici anni.
E’ una realtà ormai evidente a tutti che il bullismo scolastico sia
in aumento e non si possono che apprezzare iniziative atte a promuovere
il rispetto reciproco fra i ragazzi nelle scuole, qualunque siano le
“particolarità” che finiscono per innescare derisioni o addirittura
violenze.
Tuttavia il modo con cui l’argomento è stato trattato nell’opuscolo
(molte frasi espresse sono semplici traduzioni tratte da un documento
dell’American Psycological Association) è fuorviante e ideologicamente
condizionato.
Il testo confonde l’incredibile ricchezza umana della realtà
scolastica con le peculiarietà che si possono riscontrare nello studio
di uno psicanalista; rinchiude la complessità psicologica di un ragazzo
in formazione all’interno di riduttivi schemi antropologici.
La varietà dell’essere maschio e femmina
E’ esperienza comune che all’interno delle categorie dell’essere
maschio e femmina si celano grandi varietà caratteriali. Ci sono
ragazzi molto sensibili che sembrano quasi femminili pur essendo maschi;
ci sono ragazze molto ruvide (spesso si tratta di forme di pudore) da
sembrare quasi maschili, pur essendo sicuramente donne. Ha avuto un
grande successo di pubblico in Francia il divertente film “Les garçons
et Guillaume, à table!": racconta di un ragazzo delicato che non vuole
giocare a calcio ma che desidera soprattutto diventare un bravo
pianista. I genitori, condizionati dal manicheismo gay, si vogliono
mostrare “moderni”: la madre si affretta a circondarlo di tenerezze, a
chiamarlo “cara” salvo poi, con loro grande sconcerto, scoprire che
Guillaume si è innamorato di una ragazza.
Il documento del Ministero non fa alcun cenno alla prudenza con cui
va affrontato l’argomento, né alla necessità di non pervenire a
conclusioni affrettate nei confronti di un adolescente che molto
probabilmente sta passando un periodo di incertezza ma salta
direttamente a consigliare i docenti di contattare le associazioni LGBT
come enti erogatori di formazione, per i quali si consiglia un
accreditamento presso il MIUR. Non ci sono proposte alternative ma le
associazioni LGBT sono viste come le “uniche” detentrici della sapienza
in fatto di omosessualità.
Una non discrimazione ottenuta attraverso una posizione ideologica sulla sessualità
Chi insegna o semplicemente chi è stato un alunno, ricorda che quando
si andava alle medie (l’ambiente target principale del documento), si
finiva per prendere in giro un po’ tutti, a volte semplicemente
attribuendo a quel certo compagno un epiteto che lo caratterizzasse. Si
prende in giro il ragazzo grasso che si manifesta goffo durante l’ora di
ginnastica, si prende in giro il ragazzo albino o la ragazza dai
capelli rossi. Certamente si finisce per prendere in giro anche chi
appare troppo timido o effeminato e può darsi che si inneschino atti di
violenza. Al contempo però la classe è un ambiente dove si possono
sviluppare grandi solidarietà e gesti di sostegno nei confronti del
compagno che sta in difficoltà. Chi è insegnante, chi è genitore, sa
che l’età che va dagli 11 ai 15 anni è caratterizzata da atteggiamenti
in continua oscillazione e niente è definitivo. E’ importante quindi
che si introduca fra i ragazzi il concetto di rispetto della persona,
che esprime il valore assoluto e profondo di ognuno, indipendentemente
da certe particolarità che possono trasparire dal suo comportamento o
dal suo fisico.
L’opuscolo del Ministero non impiega il tradizionale concetto di
dignità e rispetto della persona, che sarebbe stata valida per
qualsiasi tipo di discriminazione, ma fin dai primi paragrafi porta
avanti l’ideologia dei gender (una traduzione del documento americano)
distinguendo fra orientamento sessuale e sesso biologico. Alcune pagine
dopo ribadisce che “bisogna riconoscere dignità a tutte le espressioni
della sessualità in una dimensione di relazione e di affettività”. In
sostanza la difesa da ogni discriminazione sessuale passa attraverso una
specifica definizione del valore della sessualità , vista in modo
riduttivo come espressione di affettuosità, saltando a piè pari la sua
funzione procreativa e indirettamente, anche se il tema non è
affrontato, proiettandosi verso una definizione sbagliata di matrimonio.
In ciò sta la pericolosità ideologica del documento: parlare di
rispetto della persona vuol dire rispettarla integralmente, per quello
che è e per ciò che pensa, senza per questo scadere nella rinuncia a
difendere le proprie idee. E’ questa la ricchezza di un costruttivo
atteggiamento democratico. Il documento invece “congela” il dibattito
forzando tutti a orientarsi verso un’unica definizione del valore della
sessualità.
“Quando cambi il modo di osservare le cose, le cose che osservi
cambiano”: è una delle frasi conclusive del documento. Una frase che
tradisce la tendenza all’ indottrinamento ideologico del documento.
fonte: http://www.documentazione.info
Nessun commento:
Posta un commento