lunedì 25 marzo 2013

“Ventun minuti”

In questi giorni ancora non mi sento capace di scrivere liberamente…
ci sono troppe emozioni  a cui dare un proprio luogo, per decantare.
Ne approfitto per dare il giusto spazio a questa bellissima lettera d’amore che tempo fa mi ha donato un papà. La lettera è per il suo bambino con sindrome di Down, Francesco, che ha la stessa età della mia Emma. Stefano ha in mente un grande progetto, e la passione lo aiuterà di sicuro… io spero di aver contribuito a fargli conoscere la persona giusta per realizzarlo!
Per ora grazie Stefano, le parole che usi sono talmente belle che il tuo racconto sembra poesia…!

 

Ventun minuti
Ventuno lunghissimi minuti. Tanto ci hai messo, Francesco, a mangiare 5 grammi di latte. Te li ho stillati goccia a goccia con la siringa sulla lingua, seduto sul lettino di quella stanzetta scarna e asettica, tu in braccio a me. Era mezzanotte e ho contato i minuti. Ventun minuti.
Io in 21 minuti potrei correre per 5 kilometri, se mi impegno. Dovrei correre forte, è quasi oltre le mie possibilità. Ma potrei accettare la sfida e tentare di vincere una battaglia. Tu, invece, la tua battaglia l’hai già vinta, la prima di una serie credo, perchè sembra esserci una guerra all’orizzonte. Ma la nostra dottoressa preferita dice di stare tranquilli, che quelli come te li conosce bene, eh sì, dice che sei un Highlander, un guerriero pronto a combattere. Anche se qualcuno pensa che tu la guerra l’hai già persa.
Quando qualche ora dopo la nascita venne il primario (perchè in questi casi viene il primario) a dirci “purtroppo” ormai era tardi, noi lo sapevamo già. Lo sapevamo dal momento in cui hai visto la tenue luce della sala parto, dal momento in cui hai pianto per la prima volta, dal momento in cui ti abbiamo scrutato in viso per cercarne i segni. Ma in realtà lo sapevamo anche da prima, sì, Francesco, credo lo sapessimo fin dall’inizio e quando dopo le prime avvisaglie tua mamma decise di non fare l’amniocentesi fu chiaro a tutti che sarebbe andata così. Ma fino all’ultimo ho sperato che così non fosse. Non serve raccontarti ora cosa è passato per la testa in quei mesi, sappi solo che è bastato vederti, prenderti in braccio ancora avvolto nel telo verde della sala parto perchè in un sol colpo tu spazzassi via tutti i dubbi, tutte le incertezze e restituissi a me, a 42 anni, un nuovo vigore e un nuovo significato. Non è vincere una guerra questo?
Quando qualche ora dopo la nascita venne il primario (perchè in questi casi viene il primario) a dirci “purtroppo” ormai era tardi, già la parola “purtroppo” l’avevamo cancellata dal nostro vocabolario, come anche “diverso”, “speciale”, “uguale”, dove ipocrisia e pietà si fondono e altro non fanno che mostrare quanto sia inutile il cambiar nome alla realtà. Certo, trovarsi con un cromosoma in più in tutte le cellule non è cosa da sottovalutare, comporta delle preoccupazioni per noi e una seria ipoteca sul nostro futuro. Ma per quel futuro c’è tempo.
Così, Francesco, tu che le battaglie sei già abituato a vincerle, hai voluto metterci alla prova e non contento della tua sindrome di Down hai voluto comprendere nel pacchetto una malattia rara che solo i chirurghi tra qualche mese potranno guarire. Nel frattempo ci hai fatto assaggiare la paura, lo sconforto, l’impotenza. E la speranza. E l’entusiasmo di combattere assieme. Io e te abbiamo trascorso insieme diciassette notti nella stanzetta scarna e asettica della chirurgia pediatrica di Padova, tu alimentato da una macchina e io a tenerti la mano, a raccontarti delle avventure che ho passato e di quelle che faremo assieme. Cominciando poi, piano piano, a darti il latte che la mamma ci lasciava alla sera nel barattolino celeste. Così, in quei primi 21 minuti, abbiamo capito che siamo una squadra, che dobbiamo combattere assieme, che insieme possiamo farcela.
Ecco, Francesco, 21 minuti che riassumono 42 anni. Io che pensavo di aver visto tutto, di essere arrivato, di aver vinto le mie sfide, in 21 minuti ho capito che per 42 anni mi sono solo allenato per correre la gara più bella: quella insieme a te.

Papà.

FrancescoI

http://www.guardaconilcuore.org/

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